L’affondo di Sgarbi: «Di Maio dice una bugia, mi offende. Quello che ha scritto è la negazione della mia identità»

27 Ott 2021 17:17 - di Mia Fenice
Sgarbi

Vittorio Sgarbi contro Luigi Di Maio. «Io non ho mai maltrattato le donne. Di Maio dice una bugia che meriterebbe una querela. La mia violenza verbale non è diretta alle donne in particolare. Io insulto tutti, senza distinguere uomini o donne. Io attacco i maschi come le femmine e quello che ha scritto Di Maio è la negazione della mia identità. Non confonda e non mi offenda. E poi non esiste neppure una frase in cui io abbia detto a Di Maio che è omosessuale o gay. Per di più io non ho mai usato la parola omosessuale in senso negativo e tanto meno verso Luigi Di Maio. Ho detto, piuttosto, che l’esecutivo di Conte era un governo di criptochecche nel senso di persone con fidanzate di comodo, come si usava 20 o 30 anni fa, con la sola eccezione di Spadafora che è dichiarato».

Sgarbi contro Di Maio

Sgarbi con l’AdnKronos commenta così un passaggio del libro di Luigi Di Maio Un amore chiamato politica, edito da Piemme, riferendosi, in particolare, a quanto scritto dal ministro degli Esteri a pagina 60: «… Anche all’accusa di omosessualità – ha scritto Di Maio nell’autobiografia, così come riporta l’Adnkronos – non ho mai risposto. Era marzo 2018. Fu montata, costruita e alimentata da Vittorio Sgarbi. Una persona colta, intelligente, da un certo punto di vista apprezzabile nella sua schiettezza, ma dai valori discutibili. Almeno per come li manifesta, per come in più occasioni ha mostrato violenza verbale verso le donne…».

Sgarbi: «Sono amico di tanti omosessuali»

«Sono amico di tanti omosessuali – chiarisce Sgarbi – ma sono convinto che non debbano prevalere i valori del mondo omosessuale su quelli del mondo cristiano, ci sono tanti omosessuali anche fra i preti. Ho detto, piuttosto – ribadisce il critico d’arte – che l’esecutivo di Conte era un governo di criptochecche, osservando poi con ammirazione l’aplomb con cui nessuno di loro ha mai risposto alla mia battuta. Ho inventato questa formula, discutibile, probabilmente falsa, ma non per indicare l’omosessualità in sé, quanto la condizione di chi è gay e lo nasconde con una fidanzata di comodo. Molti miei amici tanti anni fa avevano fidanzate di “parata”».

«L’omosessuale deve essere trasgressivo»

«Davvero difficile – continua Sgarbi – accusare uno come me che ha conosciuto Pasolini, che ha scritto di Pasolini, ed è stato amico di Testori. Cosa che non c’entra, però, con quel che penso sulla famiglia: nel corso degli anni ho difeso la famiglia cristiana rispetto a quella alternativa omosessuale. E ho anche sostenuto con molti omosessuali come Vattimo e Zeffirelli che l’omosessuale deve essere trasgressivo e non riprodurre un modello borghese».

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