Il ritorno di Berlusconi: io al Quirinale? Mi vedo in forma… E il comunismo è sempre un pericolo

21 Ott 2021 13:23 - di Adele Sirocchi

Silvio Berlusconi vola a Bruxelles per il vertice del Ppe e fa subito capire, in una conferenza stampa improvvisata, che intende tornare da protagonista sulla scena politica. Ieri il vertice con Salvini e Meloni si è concluso all’insegna dell’unità: la coalizione parlerà d’ora in poi con una sola voce. A partire dalla legge di Bilancio ma soprattutto sull’elezione del presidente della Repubblica.

Proprio su quest’ultimo aspetto si concentra l’attenzione degli analisti politici: Silvio Berlusconi non ha rinunciato al sogno del Quirinale e la sua veste di federatore del centrodestra e statista pro-Europa costituirebbe appunto l’abito giusto del candidato al Colle.

E le domande oggi dei giornalisti confermano la tendenza. Berlusconi non crede che si potranno guastare i rapporti tra Draghi e il centrodestra. E in qualche modo se ne fa garante. “Tra me e Draghi c’è un rapporto che va avanti da tempo”, assicura. Per aggiungere poi che lui vede meglio Draghi a Palazzo Chigi che al Quirinale. Nel suo ruolo di premier – aggiunge – può continuare a fare bene. E Berlusconi come lo vede? Insistono i cronisti. Risposta: “Berlusconi lo vedo in forma, dopo un periodo di acciacchi”. Il centrodestra, assicura, deve far contare la sua forza parlamentare. Dunque esprimerà un candidato. E chi meglio di Silvio?

“Sono tornato”: è questo dunque il messaggio che il Cavaliere manda al mondo politico, nazionale e internazionale. Insiste sul fatto che nel centrodestra non c’è posto per nostalgie ed estremismi e sulla ribellione del ministro Gelmini prova a glissare: “Parliamo di cose importanti”. Ma poi spiega che sempre si sono tenute riunioni settimanali con i ministri del governo Draghi.

Quindi torna sull’antico cavallo di battaglia del comunismo: l’Europa deve attrezzarsi dinanzi all’aggrassiva avanzata economica della Cina. Il vero pericolo è quello. Del resto – conclude – il comunismo non ha mai rinunciato al suo disegno espansionistico nel mondo. E da questa battuta, in particolare, si capisce che Berlusconi è proprio tornato.

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