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È guerra in Forza Italia. La Gelmini attacca Tajani: «Linea sbagliata». Replica Mulè: «Sei ingenerosa»

Politica - di Redazione - 20 Ottobre 2021 - AGGIORNATO 21 Ottobre 2021 alle 11:04

Uno sfogo in piena regola. Fatto nel posto sbagliato nel momento sbagliato: la riunione del gruppo a Montecitorio per eleggere come nuovo presidente Paolo Barelli. Ma poiché Maria Stella Gelmini è parlamentare di lunghissimo corso, a nessuno verrebbe in mente di ridurne la lagnanza a classica voce dal sen fuggita. Anzi, proprio perché ministro in carica (con Renato Brunetta e Mara Carfagna) è forte il sospetto che il suo attacco ad Antonio Tajani sia in realtà un vero e proprio segnale. Tanto più che la riunione odierna si annunciava infuocata, e solo la lettera di Berlusconi a Roberto Occhiuto, il capogruppo uscente, ha consentito l’elezione per acclamazione di Barelli.

Gelmini: «Non ci fanno incontrare Berlusconi»

Insieme ad altri 23 deputati, infatti, i tre ministri avevano chiesto il voto segreto. Una richiesta decifrata come un attacco al vertice di Forza Italia. Così almeno sarebbe stata riferita al Cavaliere. «Berlusconi – avrebbe, secondo Repubblica, ricordato la Gelmini – per il Covid e la  giustizia non ha potuto vivere  in prima persona la stagione politica. Gli eventi, se li è sentiti raccontare dal chiuso di Arcore e ha solo avuto una parte della verità, una parte del racconto». Che cosa questo significhi è la stessa ministra a chiarirlo. «Gli è stato detto che noi che siamo al governo siamo draghiani e non berlusconiani, gli è stato detto che ci saremmo venduti. Invece, proprio perché amiamo FI e non ci rassegniamo al declino che stiamo vivendo o reagiamo adesso o mai più».

«Siamo al traino degli alleati»

La Gelmini ha fatto appello all’orgoglio di partito.«Se Forza Italia torna a fare Forza Italia e la smette di andare a traino degli alleati, ha uno spazio enorme a disposizione…», ha scandito. Lei, invece, nelle ultime scelte «non si riconosce più». A replicare alla ministra il sottosegretario Giorgio Mulè. «Se vogliamo accusare il presidente Berlusconi di qualcosa – ha avvertito – è proprio che dà ascolto a tutti e risponde a tutti. La narrazione fatta da Maria Stella Gelmini è totalmente falsa e irreale». Per Mulè, lo sfogo è un segnale di nervosismo dovuto «alla scelta di un altro capogruppo rispetto a quello da lei indicato». Ma il modo scelto, ha concluso, «non le fa onore».

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