Di Maio non sa più cosa dire e ricomincia col tormentone del Papeete: imbarazzante ad “Agora”

29 Ott 2021 14:10 - di Redazione
Di Maio Papeete

Luigi di Maio non sa più quale argomento forte usare per marcare la sua presenza nel governo dei “migliori”. Oggi l’unico tema clou per gettare un po’ di fumo negli occhi ai telespettatori sintonizzati su Agorà è stato – pensate un po’- il Papeete. Il ministro degli Esteri non aveva argomenti di altro profilo e  l’ha buttata in caciara, polemizzzando con l’allora collega di governo gialloverde. Io e Salvini insieme scegliemmo Conte, che ora è leader della mia forza politica. Quindi non posso che essere contento del percorso insieme”. Poi il colpo basso: “Sono meno contento della mancata lealtà di Salvini. Che dopo che per un anno aveva detto a me e a Conte andiamo avanti per cinque anni, poi ha fatto saltare il governo tra un mojto e l’altro al Papete”. Un argomento stantio che neenche Lilli Gruber usa più.

Di Maio punzecchia Salvini sul Papeete. Poi Meloni e Berlusconi

Quanto a slealtà Salvini ne avrebbe da dire, ma stranamente non ha replicato. Invece, sempre ad Agorà Di Maio ha continuato a tambureggiare prendendo di mira il leader della Lega (alleato nell’attuale governo) e la sua misura simbolo: quota 100. Con una buona dose di camaleontismo il ministro degli Esteri ha sparato a zero su una misura da lui condivisa pienamente all’epoca del Conte 1. Oggi si rimangia tutto e addomestica la realtà: “Quota 100, tre anni l’avevo detto a tutti: durerà tre anni perché oltre non ce lo possiamo permettere dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Tutti lo sapevano”. Poi aggiunge che ”nessuno vuole tornare alla Legge Fornero”. Insomma, un discorso fumoso. Meglio non avventurarsi. Così, preferisce entrare in casa d’altri, permettendosi ragionamenti offensivi e inopportuni: “Non ho mai chiamato Berlusconi in vita mai, forse sono l’unico”, dice sempre ad “Agorà” su Rai 3.  ”Oggi vorrei chiamarlo per dirgli: ”stai attento ai tuoi compagni di percorso, a Salvini e Meloni”, riguardo la corsa al Quirinale.

Di Maio riesuma il tormenone

Con quale autorità parli non si sa. Poi attacca bottone contro Matteo Renzi: “Lo vedremo presto in una coalizione di centro destra insieme a Meloni, Salvini e Berlusconi”, insiste ironicamente.  ”Sul Ddl Zan si è costruita una maggioranza anche nell’ottica Quirinale che prevede che noi veniamo messi da parte”. C’è poco da ironizzare. Nessuno che chieda  mai a Di Maio di pensare a casa sua. Nessun giornalista che gli faccia sommessamente notare che sul ddl Zan meglio chiedere lumi ai senatori grillini. I franchi tiratori, numeri alla mano e al netto del voto segreto, non sono mancati in tutto il fronte giallorosso. Quanto a “nuove maggioranze”, ci dica lui qual è, invece, lo stato dell’arte dell’alleanza col Pd. Che quale sia lo stato dell’arte all’interno della polveriera grillina. Ancora nessuno lo sa. Comodo parlare del Papeete..

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