Calenda alle prese con i capricci dei neo-eletti: “Non vi sbagliate, nessun appoggio a Gualtieri”
Lo aveva detto a caldo e oggi ci ritorna con un tweet. Carlo Calenda vuole tenersi le mani libere in Campidoglio. “Ricordo a tutti gli eletti della lista @CalendaSindaco che abbiamo preso l’impegno, ripeto l’impegno, con gli elettori di rimanere all’opposizione. Costruttiva ma ferma. E la parola data agli elettori da queste parti vale più di quella eventualmente data al proprio partito”. Lo scrive Calenda su twitter postando un articolo da titolo eloquente “La lista Calenda si divide su Gualtieri. Italia Viva: ‘Appoggio e dialogo’. Azione: ‘Opposizione”. Il cinguettìo tradisce qualche mal di pancia interno.
Calenda avverte gli eletti riottosi: noi all’opposizione
L’europarlamentare, dopo l’ottima performance della sua lista, difficilmente lascerà lo scranno di Bruxelles per l’Aula Giulio Cesare. Per ora sono quattro le new entry di Calenda in Campidoglio. E provengono da Azione e da Italia Viva. Valerio Casini, Francesca Leoncini, Flavia De Gregorio e Dario Nanni. Con il quinto in bilico, Francesco Filippo Carpano, pronto a subentrare. Tutti rigorosamente a distanza di sicurezza dalla Giunta Guatieri, vorrebbe Calenda. Ma non è cosi. l renziani non hanno tanta voglia di restare all’opposizione. I cinque neo consiglieri, come si legge nel servizio di Romatoday, non hanno la stessa idea sulla linea da tenere con il neosindaco di Roma e a la sua larga maggioranza. Voci di corridoio non escludono neppure una una possibile scissione della giovanissima lista. Con conseguente terremoto sulla scelta del capogruppo: stando ai numeri, con 3.320 preferenze il ruolo spetterebbe a Casini.
Il leader di Azione vuole le mani libere
A caldo, con le proiezioni elettorali in corso, si era complimentato ‘calorosamente’ con il sindaco in pectore. Per poi aggiungere che i suoi eletti avrebbero dato il “loro contributo con un’opposizione costruttiva e pragmatica, al suo difficile compito”. Come a dire ‘hai vinto’ ora non saremo noi a toglierti le castagne dal fuoco. Per ora. Poi un giorno chissà. Il ruolo del leader di Azione al primo turno è stato esemplare nel suo cinismo: recitare il campione della terza via tra il deludente Pd e la fallimentare amministrazione Raggi. Una campagna elettorale d’assalto, on the road, tutta giocato all’attacco del partito di Letta. Per rosicchiare voti all’elettorato di centrodestra. Poi la piroetta prevedibile al secondo turno. Con l’endorsement all’ex ministro dem.
Il fedelissimo Nanni risponde come un soldato
Che non tutti hanno voglia di seguire Calenda all’opposizione si vede dall’esultanza della vittoria. Francesca Leondici, una vita nel Pd e ora renziana doc, festeggia in piazza Santi Apostoli e parla di un “grandissimo risultato. Non abbiamo avuto dubbi ad appoggiare Gualtieri al ballottaggio”. Quindi perché rinunciare a una poltrona da assessore? Non festeggia in piazza con i dem, invece, il fedelissimo di Calenda Dario Nanni. “È giusto che chi ha vinto abbia l’onore e l’onere di governare. Noi abbiamo fatto un grande risultato elettorale. Ma staremo all’opposizione, ripeto, in maniera costruttiva“.