Ballotaggi, Meloni: “Centrodestra assolutamente in partita. Consiglio prudenza a tutti”
“Comunico ufficialmente che la partita è ancora aperta”. Una Giorgia Meloni agguerrita e combattiva è quella che si presenta nel salotto di “Porta a Porta” da Bruno Vespa. E commentando l’esito del voto amministrativo nel suo complesso la presidente di Fratelli d’Italia rifiuta la narrazione ufficiale di un centrodestra uscito con le ossa rotte. Vespa si concentra su Roma, dove il candidato della coalizione è al ballottaggio con Gualtieri per la poltrona da sindaco. La Meloni è assolutamente convinta che il gioco di squadra con gli alleati darà molte soddisfazioni. “Le prossime due settimane saranno fondamentali. Con i nostri alleati possiamo fare del nostro meglio”, dice a proposito della partita apertissima del ballottaggio.
Meloni a “Porta a Porta”: “Ci vederemo nelle prossime ore con gli alleati”
“Ci siamo sentiti sia con Salvini che con Berlusconi – dice a Vespa – per avere una presenza ancor più decisa del centrodestra nei quattordici giorni che ci separano dai ballottaggi. “Mi paiono tutti e due convinti e decisi: confido che ci vedremo nelle prossime ore”. Errori? Autocritiche? Il conduttore la stuzzica alla sua maniera sul voto nelle grandi città. Giorgia risponde: “I fatti sono fatti: noi siamo andati con candidati unici in tutta Italia. I nostri avversari ne avevano tre o quattro e i commentatori tutti a parlare delle divisioni nel centrodestra! E quelle del centrosinistra no?”. L’idea che si è voluta veicolare è quanto mai bizzarra, non verosimile, ribadisce la leader di FdI. Che taglia corto: comunque, “vorrei solo che tutti nell’agone dessero il massimo della disponibilità. Poi si valuta quello che in campagna elettorale ha funzionato e quello che non ha funzionato”.
Meloni: “Questi risultati a casa mia si chiamano pareggio”
Un avvertimento: “Siamo assolutamente in partita: se invece di discutere su tutto quello che non abbiamo fatto e sui difetti che abbiamo ci concentriamo sui prossimi 15 giorni, comunico ufficialmente che la partita è ancora aperta. Non dobbiamo andare in ordine sparso”. Il suo ragionamento sui risultati del voto amministrativo: “Ad oggi nelle grandi città il centrosinistra non ha guadagnato neanche una posizione. A casa mia questo si chiama pareggio, non ‘schiacciante vittoria del centrosinistra'”. Per cui “consiglio prudenza da parte di tutti. Tecnicamente è possibile che fra due settimane si passi dal cinque a uno” per il centrosinistra “al tre a tre”.
Le partite di Torino, Roma e Trieste
“A Torino – prosegue il suo ragionamento- città storicamente di sinistra, siamo al ballottaggio. A Roma, la sfida più importante, Michetti è arrivato non primo, ‘stra-primo’” . Mentre quello di Gualtieri “è un risultato disastroso al primo turno: sta parecchio dietro”, dice guardando ai numeri: 30,1 % di Michetti contro il 27,3 del candidato del centrosinistra). “Mentre a Trieste il candidato di centrodestra è in largo vantaggio”. Certo, ha avvertito, “molto dipende da come la raccontiamo: se a sinistra dicono ‘quanto siamo bravi’, e noi diciamo ‘come sono bravi’… diventa difficile”.
“Basta parole in libertà sui candidati”
Poi, una parola chiara sui rapporti con gli alleati: “Ora i giochi sono finiti: è campagna elettorale e i candidati scelti dal centrodestra si sostengono”. Senza le “dichiarazioni in libertà, per esempio in favore di Calenda da parte di esponenti di governo” che “hanno creato confusione nel nostro elettorato”. Il riferimento, senza citarlo, p al ministro leghista Giancarlo Giorgetti e al suo ‘endorsement’ per il leader di Azione nella corsa al Campidoglio. Che ha ‘disturbato’ la corsa al primo turno di Enrico Michetti.
Fisco: “Salvini fa bene a non votare deleghe in bianco”
Voltando pagina, si arriva al fisco e alle fibrillazioni odierne nel governo dopo lo strappo della Lega: ” La delega non contiene nessuna indicazione su come fare la riforma fiscale”; e “Salvini fa bene a non votare una delega in bianco, risponde a Vespa. “Non aumentano le tasse? Italiani ‘state sereni’ mi verrebbe da dire. Se si fa la revisione delle rendite catastali…”. E aggiunge: “Ricordo che fra le proposte lunari di Enrico Letta c’era l’aumento della tassa di successione, che è una delle tasse sulla casa. Tutti a dire ‘no no no’. Ma mi pare che lì si va a parare. E’ un gioco delle tre carte che privilegia le idee del centrosinistra. E il centrodestra, o la Lega, fa bene a difendersi”, ha aggiunto, sollecitando gli alleati a portare avanti “la battaglia no tax”.
Poi il discorso vira sul Colle. “Fdi è disposta a votare Draghi al Quirinale se subito dopo si va a elezioni. Perché? Perché ho letto anche ricostruzioni che vagheggiano ipotesi per cui se Draghi va al Quirinale, al suo posto a palazzo Chigi va l’attuale ministro dell’Economia.Voi capite che c’è un leggerissimo problema di deficit democratico”.