Ue, Berlusconi rilancia il popolarismo europeo: «È il Ppe l’erede dell’Europa cristiana»

21 Set 2021 18:35 - di Redazione
Berlusconi

«L’erede dell’Europa cristiana, l’Europa delle grandi cattedrali e dei luoghi di spiritualità». Per Silvio Berlusconi è questo il Partito Popolare europeo. Parole che il fondatore di Forza Italia ha pronunciato nel corso del suo intervento (in videocollegamento) con il summit del Ppe a Roma. L’ex-premier ha ricordato Konrad Adenaeur, Robert Schuman e Alcide De Gasperi. Furono loro, ha ricordato, ad avere «il coraggio e la lungimiranza di compiere i primi passi del processo di unificazione europea». Una visione nella quale Berlusconi dice di riconoscersi pienamente. Quei «grandi statisti del dopoguerra», rivendica l’ex-premier, «avevano la nostra stessa cultura, la nostra stessa formazione cristiana e liberale». E ancora: «Chi ha conosciuto le grandi tragedie del Novecento non fa fatica a capire quale portata rivoluzionaria ebbe, pochi anni dopo la guerra, l’idea di mettere insieme popoli e nazioni ferocemente nemici fino a poco tempo prima».

Così Berlusconi nel videocollegamento con il vertice del Ppe

«Ancora oggi – ha aggiunto Berlusconi – è per me profondamente emozionante poter varcare senza mostrare alcun passaporto, frontiere come quella del Reno, sulle quali migliaia di giovani hanno perso la vita, combattendo gli uni contro gli altri». Così come è «commovente» attraversare in pochi minuti, «la porta di Brandeburgo a Berlino». Era quello, infatti il simbolo della divisione, non solo di una città o di una nazione, ma di un intero continente, «metà del quale – sottolinea l’ex-premier – prigioniero della cortina di ferro calata dal sistema comunista».

«Comunismo e nazismo, due grandi tragedie»

Comunismo e nazismo, ha ricordato Berlusconi, sono le due «grandi tragedie». Il presente, al contrario, ci consegna un’Europa «unita da un sistema di valori condivisi». E su questi valori, rivendica il leader di FI, «si fonda il Ppe». Popolarismo e cristianesimo sono per Berlusconi concetti intimamente intrecciati tra di loro. E il simbolo della Croce è «il primo fattore di unità del nostro continente». Anche per questo ha esaltato la monumentalità dei luoghi della nostra religione: da Notre Dame di Parigi al Duomo di Milano. «Ho voluto ricordare tutto questo – ha concluso – non certo per volgere lo sguardo al passato, ma perché è su questi principi che si fonda la nostra grande idea di futuro per l’Europa».

 

 

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