Green pass, la mano dura dello Stato: migliaia di multe, chiusi bar, ristoranti e palestre per irregolarità

25 Set 2021 16:40 - di Monica Pucci

Prosegue la campagna di controllo da parte dei carabinieri Nas sul rispetto dell’obbligo del green pass per l’accesso a determinate attività e servizi, con multe conseguenti e particolare attenzione verso i settori ritenuti a maggior livello di rischio per possibili inosservanze. Dall’entrata in vigore della normativa, sono state ispezionate oltre 5.000 mila attività, contestando 236 violazioni, delle quali 128, per omessa verifica, ai titolari di esercizi commerciali ed attività dove è previsto l’obbligo della certificazione, come ristoranti e bar, palestre, sale scommesse e mezzi di trasporto. L’ordine politico sul Green pass, a quanto pare, è di elevare più multe il più possibile, per “convincere” tutti della bontà del provvedimento, che di cui l’Italia ha quasi l’esclusiva mondiale…

Green pass, multe ai clienti e agli esercenti

Ulteriori 108 sanzioni per irregolarità sul Green pass e con relative multe sono state invece applicate nei confronti dei clienti per mancato possesso del certificato. Dalle ispezioni dei Nas è emerso che 116 sanzioni sono riconducibili a strutture di somministrazione di alimenti e bevande, quali ristoranti, pizzerie e bar, 58 sono relative a palestre, piscine e centri benessere, 38 a sale scommesse, sale gioco e attività ricreative, mentre 24 nell’ambito dei servizi di trasporto a lunga percorrenza, per un valore complessivo di oltre 94mila euro di sanzioni amministrative.

A queste, si aggiungono cinque violazioni penali contestate ad altrettante persone, denunciate alle autorità giudiziarie per i reati di falso e sostituzione di persona poiché ritenute responsabili di aver utilizzato certificati verdi Covid di altre persone o di aver esibito falsa documentazione attestante la negatività al Covid-19.

Nel corso dei controlli, gli interventi dei Nas hanno riguardato anche la corretta applicazione delle restanti misure di contenimento alla diffusione epidemica, contestando ulteriori 196 violazioni per inosservanza rispetto alle operazioni di sanificazione dei mezzi, alla presenza di dispenser per l’igienizzazione delle mani, all’uso delle mascherine, alle informazioni agli utenti sulle norme di comportamento e di distanziamento.

Sono stati emessi anche provvedimenti di chiusura temporanea da uno a cinque giorni nei confronti di nove attività, tra le quali due palestre a Torino e Palermo, un bar in provincia di Campobasso, un fast-food etnico a Cremona, un ristorante in provincia di Messina ed una sala scommesse di Ardea (Roma).

I controlli scattano da nord a sud Italia

Da Nord a Sud numerosi i controlli. Il Nas di Latina ha denunciato all’autorità giudiziaria due nigeriani, poiché sorpresi a bordo di un bus a lunga percorrenza, nella tratta Napoli-Reggio Calabria, privi di green pass. In alternativa i due hanno provato a esibire una falsa certificazione di tampone molecolare negativo al Covid. Il Nas di Ragusa ha sanzionato il titolare di un ristorante di Vittoria per aver consentito l’accesso e la consumazione al tavolo interno del locale ad otto clienti senza la necessaria certificazione vaccinale. Lo stesso titolare è stato inoltre denunciato per aver omesso di redigere il documento di valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro. Il Nas Roma ha sanzionato il titolare ed un cliente di una sala scommesse di Ardea (Roma) per violazioni sul green pass e l’attività è stata è stata sottoposta ad un provvedimento di chiusura per 5 giorni.

Il Nas Catania ha disposto, a Montalbano Elicona (Messina), la chiusura di due giorni di un ristorante per la mancata attuazione delle misure preventive contro il rischio di diffusione del Covid-19, come l’uso di mascherine da parte del titolare e del personale. Sequestrati anche 200 kg di alimenti detenuti in cattivo stato di conservazione all’interno di locali abusivi ed in gravi condizioni igienico-sanitarie, vista la presenza di insetti ed escrementi di roditori.

Tra gli altri interventi i Nas di Campobasso sono intervenuti in un bar di Petrella Tifernina dove è emersa l’omessa verifica da parte del titolare del possesso della certificazione dei clienti: infatti, nell’area dedicata a sala giochi vi era la presenza di un avventore senza green pass. È stata disposta la chiusura dell’attività per un giorno e sono state elevate sanzioni amministrative per complessivi 800 euro. Il Nas di Trento, nel corso di un’ispezione di un ristorante della provincia di Bolzano, ha individuato sei avventori, seduti nella sala interna del locale, sprovvisti del green pass. Sono state quindi elevate sette sanzioni amministrative per un ammontare di 2.800 euro.

Palestre chiuse a Torino, sala scommessa a Catanzaro

Il Nas di Torino ha segnalato alla competente autorità amministrativa il titolare di una palestra del capoluogo piemontese per aver consentito l’accesso, all’interno dell’impianto, a sei persone sebbene prive della prevista certificazione sanitaria. E’ così scattata anche la sanzione della chiusura dell’attività per 5 giorni. Il Nas di Livorno ha sanzionato il gestore di una sala giochi di Viareggio per aver consentito l’accesso a quattro persone prive di certificazione verde. Contestate violazioni per un importo complessivo di 2.000 euro.

Il Nas di Catanzaro, nel corso di un controllo svolto all’interno di una sala scommesse di Vibo Valentia, ha denunciato un cliente per aver esibito un green pass intestato ad un’altra persona. Il Nas di Padova ha individuato a bordo di un bus con scalo a Verona e diretto a Torino, un viaggiatore in possesso di green pass appartenente ad un’altra persona. Il passeggero, peraltro privo di documenti di identificazione, è stato identificato mediante fotosegnalamento e denunciato per il reato di per sostituzione di persona.

Il Nas di Parma, al bus-terminal della città, ha denunciato un tunisino ritenuto responsabile di aver utilizzato, per salire a bordo, una certificazione verde Covid intestata ad un’altra persona. Il Nas di Pescara, a Montesilvano, ha sanzionato due clienti di una sala scommesse perché sprovvisti della certificazione verde nonché il titolare dell’attività per non aver controllato il possesso del titolo.

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