Duecento bare del cimitero di Camogli finirono in mare: indagato il sindaco Pd. “Sapeva del rischio” (video)
A febbraio crollò parte del Cimitero di Camogli, con la dispersione in mare di oltre duecento bare e resti di defunti. Dopo un’indagine durata sette mesi la Procura di Genova ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di “crollo colposo” il sindaco Francesco Olivari, alcuni funzionari del Comune di Camogli e i responsabili delle le ditte appaltatrici che hanno effettuato controlli e lavori nel cimitero. Ne danno notizia la Repubblica nell’edizione di Genova e il Secolo XIX.
Una super perizia è stata consegnata nei giorni scorsi dai tecnici che hanno ispezionato i resti del cimitero e analizzato documentazione e analisi effettuate dal Comune e dai Tecnici.
Sotto la lente del magistrato che segue il caso anche i numerosi interventi di consolidamento e controllo, ad opera di aziende esterne. Analisi e lavori costati all’amministrazione del Comune di Camogli diverse centinaia di migliaia di euro.
Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, Olivari era già in carica quando un dossier redatto dall’Università di Genova denunciava il rischio crollo della falesia su cui poggiavano i loculi crollati; secondo non vennero posti sensori, come avvenuto ad esempio nella parete rocciosa sottostante la frazione di San Rocco, per avvertire di eventuali movimento rocciosi.
Chi è Francesco Olivari, sindaco di Camogli, dal Pds al Pd
Francesco Olivari, sindaco di Camogli eletto nel 2013, 56 anni, fa l’amministratore locale dal 1998. Come raccontava, «trafila classica: Pds, Ds, Pd» e «tre miti: Enrico Berlinguer, Nelson Mandela e Francesco Guccini».
La frana del febbraio scorso aveva travolto il cimitero di Camogli, sulla riviera ligure di levante, e trascinato in mare circa 200 loculi, tutti occupati. L’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone all’AGI, dopo il sopralluogo a Camogli, aveva ricordato che «il Comune aveva ricevuto quasi 500mila euro di finanziamento per intervenire nelle parti ad ovest e a est della zona crollata. Sulla zona crollata non avevano previsto nulla perché era un’area che aveva subito già interventi in passato e la ritenevano più “solida” rispetto alle altre».