I Cinquestelle nella crisi più totale. Hanno messo in vendita persino il “gioiello” di famiglia
Era il simbolo della loro “diversità”, e ora, dismesse ormai tutte le bandiere, non c’è più neanche quello. Il sito tirendiconto.it, sul quale il M5S dava conto di spese, rimborsi e restituzioni dei propri parlamentari non appartiene più al Movimento. Il dominio, infatti, è ora in vendita e chiunque può acquistarlo. Sulla pagina ormai libera un host francese si rivolge ai navigatori con un esultante «Félicitations! Il tuo dominio tirendiconto.it è stato creato presso Ovh», invitando all’investimento.
Il M5s dismette il “gioiello” di famiglia
Insomma, il M5S neanche ci prova più a mantenere la facciata. Perché, se è vero che negli anni quel portale si è rivelato foriero di grosse grane, tra rimborsi mai effettuati da numerosi parlamentari e, talvolta, ricevute tarocche, è anche vero che almeno per salvare le apparenze forse uno sforzo per mantenere il dominio, che era gestito da Rousseau, si poteva fare. Anche perché, ancora ieri, nel corso del suo intervento al Meeting di Rimini, Giuseppe Conte rivendicava che «la scommessa del nuovo corso è conservare integralmente la forza innovatrice che ha espresso in questi anni».
La trasparenza è solo un lontano ricordo
Invece, come ha notato Il Giornale, dando notizia della “liquidazione” di Tirendiconto.it, «il gioiello prezioso della famiglia grillina», i fatti non smettono di raccontare che «il principio fondante dei Cinque stelle è solo un vecchio ricordo». E rientra in questa cornice anche il nuovo sistema di restituzioni ideato dall’ex reggente Vito Crimi. Prevede che ogni parlamentare versi una quota forfettaria i 1500 euro destinata alla collettività e una di mille euro destinata al Movimento. Di vere e proprie rendicontazioni, però, non si parla più. Con buona pace della tanto decantata trasparenza.