Acitrezza, il papà di Vanessa Zappalà: «Sarebbe viva se il giudice avesse tenuto l’ex in carcere»
«Perché quel giudice non ha convalidato l’arresto, come chiedeva la procura di Catania?». È la domanda che tormenta Carmelo Zappalà, il padre di Vanessa, la giovane di 26 anni uccisa dall’ex, Tony Sciuto, che le ha sparato sette colpi di pistola, mentre passeggiava con le amiche sul lungomare di Acitrezza, e che poi si è suicidato in un casolare nel Siracusano. «Non potrà più fare male a nessuno. Ma quel che mi addolora di più è che tutto questo si sarebbe potuto evitare se lo avessero arrestato dopo la denuncia di Vanessa, che io avevo accompagnato alla stazione dei carabinieri», ha sottolineato l’uomo, chiedendosi perché la richiesta di aiuto della figlia fosse stata sottovalutata dal giudice.
Il padre di Vanessa Zappalà: «Se l’avessero arrestato…»
«Quell’uomo aveva pianificato tutto, ne sono sicuro, continuava ad essere accecato dalla gelosia», ha raccontato ancora Carmelo Zappalà in un’intervista a Repubblica. Vanessa, ha ricordato ancora il padre, «aveva messo nero su bianco che la situazione era ormai insostenibile». «Lui – ha proseguito l’uomo – la perseguitava, la insultava, la seguiva ovunque. Non si rassegnava alla fine di una relazione che era andata avanti dal maggio 2020 fino al febbraio di quest’anno. Abbiamo scoperto che aveva piazzato un Gps sotto l’auto di Vanessa. E, poi, era riuscito a intrufolarsi nel giardino di casa nostra, per sentire cosa dicevamo, attraverso un tubo».
Vanessa precipitata in un incubo
Uno scenario da incubo, di fronte al quale il padre di Vanessa cercò anche il sostegno del padre di Sciuto. «Tante volte mi ero trovato a difendere mia figlia. Poi, dopo gli ultimi drammatici episodi, avevo chiesto un incontro alla presenza di suo padre, a casa loro. Il padre disse: “Tony, la storia con Vanessa è finita, devi lasciarla in pace“. E lui iniziò a insultare mia figlia, le sputò addosso». Io e Vanessa, ha raccontato ancora il papà, «abitavamo nella stessa casa. Si prendeva cura di me, durante la giornata mi mandava degli sms per chiedermi come stavo».
Carmelo Zappalà: «Era una figlia amorevole e piena di vita»
Vanessa, ha ricordato ancora Carmelo Zappalà, «era una figlia amorevole, una ragazza piena di vita ed energia, che voleva solo vivere la sua vita. Ci siamo visti prima che uscisse, domenica sera. Mi sembrava serena. Di sicuro era una ragazza coraggiosa. Ora che ne sarà della mia vita di ogni giorno senza i suoi sms, le sue attenzioni, le sue cure?». «Ora, vi prego, non andate via. Non spegnete i riflettori su questa strage che sembra non avere fine. Dobbiamo fermarla, dobbiamo fare qualcosa. Vanessa non si è mai rassegnata. Neanche noi dobbiamo rassegnarci alla violenza», ha concluso l’uomo.