La Raggi perde la maggioranza. Meloni: «Triste epilogo. È Michetti la speranza dei romani»

1 Lug 2021 18:15 - di Redazione
Raggi

Se ne vanno in quattro dal M5S lasciando Virginia Raggi senza maggioranza in Campidoglio. Da tempo in dissenso verso il MoVimento, Donatella Iorio, Marco Terranova, Enrico Stefano ed Angelo Sturni, daranno ora vita al gruppo ‘”Il piano di Roma“. Com’era prevedibile, la loro defezione non è passata inosservata. La sindaca senza più sostegno consiliare, per quanto la consiliatura sia in dirittura d’arrivo, è sempre un fatto politico di rilievo. I più veloci a rilevarlo sono stati gli esponenti capitolini dei Fratelli d’Italia e della lista Con Giorgia.

In quattro lasciano il M5S

In una nota congiunta, il capogruppo Andrea De Priamo e i consiglieri comunali Francesco Figliomeni, Lavinia Mennuni e Rachele Mussolini sottolineano che con la fuoriuscita dei dissidenti «non vi è più la minima possibilità per la Raggi di avere i numeri in Consiglio». Nel frattempo, aggiungono, «la città è invasa dai rifiuti e le municipalizzate in crisi con manifestazioni dei lavoratori a rischio stipendio». FdI e la lista Con Giorgia hanno già preparato la mozione di sfiducia con l’invito all’opposizione a sottoscriverla e a votarla. Ma l’esortazione più pressante riguarda la Raggi: «Cos’altro aspetta a dimettersi?».

I consiglieri FdI: «Ora la Raggi si dimetta»

Sulla vicenda capitolina è intervenuta, con una dichiarazione, anche Giorgia Meloni. «Il sindaco di Roma Raggi – vi si legge – non ha più la maggioranza in Assemblea capitolina. È il triste epilogo dell’Amministrazione Cinquestelle. In cinque anni nessun problema della Capitale è stato risolto e rimangono solo disastri e promesse non mantenute. I cittadini romani – prosegue la nota – hanno bisogno di un sindaco all’altezza di questa città che sappia dove mettere le mani, che conosca la macchina amministrativa e sia in grado di dare risposte ai cittadini. Enrico Michetti – conclude la presidente dei Fratelli d’Italia – è la persona giusta e siamo certi che avrà la fiducia dei romani».

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