Italiano ucciso in Honduras, FdI: «Su Giorgio Scanu qualcosa non torna, si faccia chiarezza»
Sul caso di Giorgio Scanu servono «chiarezza e serietà», anche per evitare che all’orribile omicidio di cui è stato vittima si aggiunga il rischio di un’offesa alla sua memoria. Per questo, il deputato di FdI, Salvatore Deidda, ha presentato un’interrogazione al governo sulla vicenda che ha coinvolto l’italiano in Honduras, linciato dalla folla perché sospettato di aver ucciso un suo vicino di casa. «È doveroso – ha avvertito Deidda – fare chiarezza e pretendere giustizia».
Su Giorgio Scanu FdI chiede «chiarezza e verità»
Il deputato di FdI ha sottolineato che «destano orrore le immagini del linciaggio del nostro connazionale Giorgio Scanu, aggredito da una folla inferocita che ha dato fuoco alla sua casa e alla sua auto». «Pretendiamo massima chiarezza e serietà perché dopo l’uccisione emergono molti fatti a carico dello stesso Scanu, ma allora ci chiediamo: come mai era ancora a piede libero? Non vorrei che si offendesse anche la sua memoria. Per questo, serve appurare la verità», ha proseguito Deidda.
Chi era l’italiano ucciso in Honduras
Per l’esponente di FdI, «è positivo leggere che il ministero sta monitorando la situazione e spero che ci sia la massima determinazione affinché non ci siano reticenze e omissioni o, peggio ancora, ricostruzioni di parte». Dunque, ha concluso Deidda, «è doveroso fare chiarezza e pretendere giustizia». Scanu, 66 anni, originario di Oristano, è stato ucciso con indicibile violenza a Los Mangos, una zona di Santa Ana de Yusguare, un villaggio a circa 80 chilometri dalla capitale, Tegucigalpa, dove viveva da una ventina d’anni. Una folla di circa 6oo persone lo ha massacrato, secondo quanto riferito nell’immediatezza del linciaggio, per il sospetto che avesse ucciso, il giorno prima, un vicino di casa 74enne, con il quale aveva avuto una lite per un albero tagliato.
I primi arresti e il coprifuoco
Dall’Honduras intanto arriva la notizia dell’arresto di quattro sospettati, che secondo il quotidiano locale La Prensa si chiamerebbero Manuel Moreno Guillen, Oscar Ivan Erazo, Carlos Roberto Maldonado, Cristian Paul Merlo. Accusati dell’omicidio di Scanu e del successivo incendio della sua casa, sono tutti finiti in carcere. L’udienza nei loro confronti è fissata per giovedì, mentre il corpo di Scanu si trova nell’Istituto di medicina legale di Tegucigalpa, dove la famiglia attende la consegna del corpo, che sarà poi cremato. «Facciamo appello alla calma, sappiamo che la situazione è terribile, non era mai successo nulla di simile nella nostra comunità, che è un luogo tranquillo», ha detto il sindaco di Santa Ana de Yusguare, Edas Turcios, annunciando una riunione con le autorità di sicurezza per decidere eventuali misure come il coprifuoco. «Non permetteremo alcuna protesta. Quello che è successo – ha concluso – è una tragedia che non si ripeterà».