Il virus corre, salgono i contagi: 3558 casi e 10 morti. Iss, con vaccinazioni incomplete cresce il rischio varianti

20 Lug 2021 20:11 - di Redazione
contagi Iss

Il virus corre e non dà tregua: tanto che oggi il bollettino diramato dalla Protezione Civile sulla base dei dati del Ministero della Salute segna un balzo in avanti dei contagi: ben 1486 più di ieri. E allora, sono 3.558 i nuovi contagi da coronavirus in Italia oggi. Di più: secondo i dati – regione per regione – del bollettino della Protezione Civile, da ieri, ci sono stati altri 10 morti che portano a 127.884 il totale delle vittime dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 218.705 tamponi. L’indice positività è a 1,6%. Così, in terapia intensiva si trovano 165 pazienti: 3 in più rispetto a ieri. Con 11 ingressi nelle ultime 24 ore. I ricoverati con sintomi sono 1.194 (+6).

Balzo di contagi, 10 decessi. Iss: l’incidenza tra vaccinati è 10 volte più bassa che nei non vaccinati

Numeri che dovrebbero rendere chiara la situazione. E che invece inducono a ricevere ulteriori spiegazioni sui dati. Che arrivano da un nuovo aggiornamento delle Faq sui casi Covid-19 registrati tra i vaccinati, elaborato dall’Istituto superiore di sanità. Dunque, il report spiega: «Se le vaccinazioni anti-Covid nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. In questi casi, però, l’incidenza (intesa come il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione), è circa 10 volte più bassa nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Questi numeri, se letti correttamente, quindi, ribadiscono quanto la vaccinazione sia efficace».

Il report Iss spiega: i numeri dei contagi tra vaccinati falsati dall'”effetto paradosso”

Dunque, a quanto si apprende dalle specificazioni che ha fornito l’Iss sulla corretta lettura dei casi, i numeri di Covid-19 nella popolazione vaccinata sono “falsati” da un “effetto paradosso”, atteso e ben conosciuto. Che bisogna saper riconoscere per evitare preoccupazioni e perdita di fiducia nella vaccinazione». Lo spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss), in un nuovo aggiornamento delle Faq sulla vaccinazione anti Sars-CoV-2. In cui gli esperti ricordano in premessa anche che «la vaccinazione anti Covid-19, come accade per tutte le vaccinazioni, non protegge il 100% degli individui vaccinati». «Attualmente – chiarisce il report Iss – sappiamo che la vaccinazione, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione. Al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva. E al 96% da un esito fatale della malattia. È quindi possibile, e atteso, un limitato numero di casi di infezione, di ricoveri ospedalieri, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi anche tra i vaccinati. In numeri, però, estremamente più bassi, se confrontati a quelli che si verificano tra i soggetti non vaccinati».

Ecco cos’è e come funziona l'”effetto paradosso”

«Con l’aumentare della copertura vaccinale – prosegue quindi l’Iss – decresce il numero dei casi. Proprio per l’efficacia della vaccinazione. Questo comporta che i pochi casi tra i vaccinati possano apparire proporzionalmente numerosi. In gruppi di popolazione con una copertura vaccinale altissima, la maggior parte dei casi segnalati si potrebbe così verificare in soggetti vaccinati, solo perché la numerosità della popolazione dei vaccinati è molto più elevata di quella dei soggetti non vaccinati». Ecco appunto il “paradosso” sul quale l’Istituto superiore di sanità tiene a far luce. Anche aggiungendo che: «I sistemi di sorveglianza non rendono evidenti i casi di malattia evitati dalla vaccinazione. Ma fanno emergere solo quelli che si ammalano malgrado la vaccinazione».

Iss, con le vaccinazioni incomplete cresce il rischio varianti

Dunque, come ribadisce ancora una volta l’Iss, «il vaccino anti-Covid, quando somministrato con l’intero ciclo, è efficace a proteggere la popolazione. Tuttavia va ricordato che, più il virus circola – ad esempio per una copertura vaccinale non ottimale in tutte le fasce di età. E/o per il non rispetto delle restrizioni – maggiore è il rischio che il virus venga trasmesso a soggetti a rischio di malattia severa anche se vaccinati». E che favorisca «il fenomeno della comparsa di nuove varianti».

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