Green pass, Landini sferza Confindustria: «Niente stipendio senza vaccino? Un colpo di sole»

21 Lug 2021 10:49 - di Redazione
Landini

«Spero che sia il caldo». Sceglie l’ironia Maurizio Landini, numero uno della Cgil, per commentare la sortita di Confindustria sul Green pass obbligatorio nelle fabbriche, pena il cambio di mansione o addirittura la sospensione per i renitenti al vaccino. Una proposta che sa tanto di ‘800 e che, pur basata su motivazioni tutt’altro che peregrine, evidenzia quanto meno un evidente deficit di metodo. Non è esattamente questo il terreno per solitarie fughe in avanti.

Così Landini in un’intervista a La Stampa

Che cosa frullasse in testa a Confindustria i sindacati l’hanno infatti appreso solo grazie al Tempo che ha pubblicato la lettera al governo dalla dg dell’associazione di Viale dell’Astronomia, Francesca Mariotti. Più che normale, quindi che Landini adesso scalci. «In questo anno di pandemia – ha ricordato nell’intervista rilasciata a La Stampa – i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce». Apposta la lettera di Confindustria era indirizzata a Palazzo Chigi. Confindustria vuole infatti che sia il governo a stabilire l’obbligo.

«Questa scelta può compierla solo il governo»

E il leader della Cgil conferma che è quella la strada: «Certamente una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo». E sottolinea: «I lavoratori sono stati i primi, durante la pandemia, a chiedere sicurezza arrivando addirittura allo sciopero per ottenerla. Io mi sono vaccinato e sono perché tutti si vaccinino». Archiviata la questione di metodo, resta da affrontare quella di merito. E qui Landini si fa meno conciliante. «Diciamolo – aggiunge infatti -, qui siamo di fronte a una forzatura. Non va mai dimenticato che i lavoratori sono cittadini e hanno i diritti e i doveri di tutti i cittadini. Confindustria, piuttosto, si preoccupi di far rispettare gli accordi contro i licenziamenti».

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