Covid, 480 contagi e 31 morti. L’allarme di Israele: «Pfizer protegge dalla variante Delta solo al 64%»

5 Lug 2021 19:44 - di Federica Parbuoni
pfizer delta

È di 480 nuovi casi e 31 morti il bilancio delle ultime 24 ore dell’emergenza Covid. Ieri i contagi erano stati 808 e i morti 12. I tamponi effettuati sono stati 74.649, per un indice di positività che si attesta allo 0,64%, sostanzialmente stabile rispetto a ieri. Dunque, l’andamento della pandemia in Italia resta confortante, sebbene la variante Delta continui ad allarmare tanto da spingere alcuni a mettere in discussione la piena ripresa della scuola a settembre. A generare una nuova preoccupazione, poi, è arrivato uno studio israeliano secondo cui il vaccino Pfizer, coprirebbe solo al 64% dalla mutazione. Un dato rispetto al quale, però, l’infettivologo Matteo Bassetti ha chiarito: «Prenderei tutto con le pinze».

Somministrate 54 milioni di dosi di vaccino

Intanto, anche sul fronte dei ricoveri si continuano a registrare numeri costantemente in calo. In terapia intensiva ci sono oggi sei pazienti in meno di ieri, per un totale di 191 persone in rianimazione in tutta Italia. Sono stati poi 1.582 i guariti da ieri, per un totale di 4.092.586 da inizio pandemia. Zero contagi da ieri in provincia di Trento, in Molise e in Val d’Aosta. Oggi, poi, secondo quanto anticipato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, l’Italia dovrebbe superare la quota di 54 milioni di dosi di vaccino somministrate, continuando a viaggiare su una media di 500mila al giorno.

La «brutta notizia» da Israele: Pfizer copre la variante Delta solo al 64%

Proprio su questo fronte però una doccia fredda è arrivata da Israele da dove stamattina sono arrivate «brutte notizie», come ha scritto su Twitter, Yaniv Erlich, scienziato israeliano-americano e professore associato alla Columbia University. «Il ministero della Salute – ha scritto Erlich – riferisce che l’efficacia di Pfizer per la protezione contro la variante Delta scende al 64% dal 94% contro altri ceppi. Ciò ha importanti implicazioni per l’immunità di gregge e la capacità del virus di evolversi ulteriormente». La notizia comunque in Italia è stata accolta con cautela dall’infettivologo Matteo Bassetti.

Bassetti cauto: «La prenderei con le pinze»

«Prenderei tutto con le pinze», ha detto all’Adnkronos il primario di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova. «Prima di dire che tutto va male aspettiamo di vedere questi dati pubblicati, confermati su un noto campione, perché – ha sottolineato Bassetti – fino a prova contraria abbiamo dei dati già pubblicati che ci dicono che invece non è così, quindi farei un po’ attenzione».

L’ipotesi della terza dose

Bassetti, quindi, ha ricordato che «i dati inglesi di pochi giorni fa parlavano di un’efficacia al 90-95%». «Un dato – ha aggiunto – non può sfiduciare quello che abbiamo detto fino ad oggi rispetto a un’esperienza inglese molto più grande rispetto a quella di Israele. Non che io abbia dei dubbi su quello che dice Israele, però sono due dati che mi pare siano un po’ in contrasto l’uno con l’altro». Ma «se così fosse, se questi dati fossero confermati, urge evidentemente una presa di posizione su un’eventuale terza dose che copra dalla variante. Certamente – ha concluso Bassetti – non cambierei niente di quello che abbiamo fatto fino a oggi, anche perché non avrebbe senso. Continuiamo a mantenere le restrizioni al chiuso, continuiamo a vaccinare come abbiamo fatto fino a oggi. Altre cose non se ne possono fare».

 

 

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