Ragazze investite a Roma, l’8 luglio si apre il processo d’Appello per Pietro Genovese
Si aprirà l’8 luglio il processo d’Appello per Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, condannato in primo grado a 8 anni per omicidio stradale plurimo. La condanna riguarda l’incidente che, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019, a Corso Francia, a Roma, costò la vita alle sedicenni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Il processo si svolgerà di fronte alla Prima Corte d’Appello di Roma.
Le motivazioni della condanna di Pietro Genovese
Il primo grado l’accusa aveva chiesto per il ragazzo, che aveva 20 anni all’epoca dell’incidente, una pena di 5 anni. Il gup Gaspare Sturzo lo scorso dicembre ne ha comminati tre di più. «È assai elevato il grado di colpa dell’imputato, sotto il profilo del quantum di evitabilità dell’evento, essendo l’incidente frutto anche di una negligente scelta dell’imputato di mettersi alla guida dopo aver fatto uso di alcol», si leggeva nelle motivazioni, nelle quali si ricordava che le due ragazze erano state investite «sulle strisce pedonali, dopo che queste avevano iniziato l’attraversamento con il verde pedonale, ma si erano fermate per aver notato alla loro sinistra provenire dal precedente semaforo ad alta velocità tre auto impegnate, di fatto in una gara di sorpassi, che non accennavano a rallentare».
La difesa e le perizie sulla dinamica dell’incidente
«Per quanto ci riguarda la sentenza non rispecchia quanto emerso dagli atti, soprattutto rispetto al rosso pedonale», fu il commento dei difensori di Genovese, gli avvocati Franco Coppi e Gianluca Tognozzi. La ricostruzione della dinamica dell’incidente è stata al centro di una complessa azione di ricostruzione, che si è giovata delle consulenze della Procura e delle parti.