Corso Francia, il gup: «Genovese investì Gaia e Camilla sulle strisce. 3 auto fecero a gara di sorpassi»
Incidente a Corso Francia, per il gup: «Genovese investì Gaia e Camilla sulle strisce». Secondo la ricostruzione resa nelle pagine delle motivazioni della sentenza, quella maledetta notte ci fu una gara di sorpassi che impegnò 3 auto. Non solo: quando Genovese travolse con la sua auto le due sedicenni romane, le vittime stavano attraversando sul passaggio pedonali. Lo riferisce l’Adnkronos, ricostruendo i due punti cardine della requisitoria del gup, alla base delle motivazioni della sentenza con cui il 19 dicembre scorso ha condannato a 8 anni di carcere l’imputato. Alla sbarra per omicidio stradale plurimo dopo l’incidente avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 del dicembre 2019 a Corso Francia a Roma. «È assai elevato il grado di colpa dell’imputato – scrive il magistrato –. Sotto il profilo del quantum di evitabilità dell’evento. Essendo l’incidente frutto anche di una negligente scelta dell’imputato di mettersi alla guida dopo aver fatto uso di alcol. E pur sapendo che era obbligato a non bere qualora avesse voluto condurre un’auto, secondo la sua età e per il tempo in cui aveva preso la patente». È quanto scrive il gup Gaspare Sturzo. È quanto sembra spiegare e motivare la sentenza.
Incidente a Corso Francia, il gup: «Genovese investì Gaia e Camilla sulle strisce»
Dunque, nelle motivazioni della sentenza con cui il 19 dicembre scorso ha condannato a 8 anni di carcere Pietro Genovese, accusato di omicidio stradale plurimo. il gup evidenzia responsabilità e negligenze di quella terribile notte tra il il 21 e il 22 del dicembre del 2019. Una notte funestata dall‘incidente avvenuto a Corso Francia a Roma. Un impatto mortale, costato la vita alle due studentesse sedicenni: Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Che, a detta di quanto si legge nelle motivazioni della sentenza, stavano attraversando sulle strisce.
Incidente a Corso Francia, la Procura aveva chiesto una condanna a 5 anni
La Procura aveva chiesto una condanna a cinque anni per l’imputato. Ora le motivazioni fanno ulteriormente luce sulla sentenza. E gettano nuove ombre sulle responsabilità dell’imputato. Pietro Genovese ha investito «le due vittime sulle strisce pedonali, nel tratto della terza corsia di sinistra di corso Francia, dopo che queste avevano iniziato l’attraversamento con il verde pedonale. Ma si erano fermate per aver notato alla loro sinistra provenire dal precedente semaforo, ad alta velocità, tre auto impegnate, di fatto, in una gara di sorpassi». Tanto che, si legge tra le pagine del provvedimento, i mezzi «non accennavano a rallentare», scrive il gup Gaspare Sturzo.
Incidente a Corso Francia, 3 auto impegnate nei sorpassi
Poi, entrando nel merito delle spiegazioni tecniche mirate a ricostruire tempistiche e modalità dell’impatto letale, il magistrato rileva. «Iniziando a sgombrare l’impianto semaforico – scrive ancora il giudice – quando era già rosso per tutti i mezzi. E correndo sulle strisce pedonali, verso il marciapiede al centro delle due carreggiate. Dopo che l’auto ignota aveva dato loro di fatto un affidamento relativo alla concessa precedenza. Non potendo tornare indietro per paura di essere investite da altre auto che sopraggiungevano. E convinte di essere state notate: tanto da impegnare la terza corsia, quando era già verde veicolare. Ed in cui erano investite, per un tempo tale che potevano essere viste dal Genovese».
… «Mentre mandava messaggi al cellulare»
Insomma, in buona sostanza, Genovese avrebbe, «effettuato una serie di sorpassi – scrive il magistrato nelle motivazioni della sentenza – utilizzando al contempo un cellulare con cui mandava messaggi. Superando il limite di velocità in ora notturna. Iniziando un ultimo sorpasso di un’auto che aveva cominciato a frenare. E che poi, si era fermata». La fine al procedere di Genovese, invece, è stata inferta dall’impatto mortale.