Ko di Sgarbi a Grillo e Conte, M5S in dissoluzione dal caso di Ciro: non cambia, che resti uno o l’altro

29 Giu 2021 13:15 - di Giulia Melodia
Sgarbi Conte Grillo

Sgarbi è definitivo sulla diatriba Grillo-Conte. Anzi, di più: sulla crisi del M5S il critico d’arte afferma senza inutili perifrasi: il Movimento è in dissoluzione dal caso di Ciro. Non cambia nulla, sia che resti l’uno, sia che rimanga l’altro… Sgarbi interviene sulla debacle M5S. Con ironia pungente e piglio graffiante, come al suo solito. E riassumendo perentoriamente il tutti contro tutti in corso tra grillini e contiani, il critico affonda il colpo, prima ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4. Poi riassumendo in poche battute quanto argomentato in tv sul suo profilo Facebook, dove posta: «Alla fine dovremo comunque ringraziare Conte. Nessun altro come lui avrebbe potuto demolire il movimento in così breve tempo».

Sgarbi affonda in un sol colpo Grillo e Conte

Ma andiamo con ordine. Del caos a 5 stelle si parla anche a Quarta Repubblica, il programma condotto da Nicola Porro su Rete 4. La puntata è quella di ieri, lunedì 28 giugno. Dove in collegamento con lo studio Mediaset capitolino, Sgarbi rileva: «La dannazione di Grillo comincia quando comincia il calvario del figlio. Ormai la dissoluzione è così intensa sia se lui rimane sia se diventa leader Conte». Poi, proseguendo con l’argomentare la sua ricostruzione, il critico d’arte commenta ancora: «Grillo è il garante. Ma oggi garantisce solo la dissoluzione del Movimento». Tanto che, continua Sgarbi: «Oggi i 5 stelle vorrebbero Conte piuttosto che Grillo. Perché lui è ormai un garante che ha perso ogni fiducia. Un garante che non garantisce più nulla». Del resto, aggiunge Sgarbi in un inciso significativo del suo discorso: io avevo capito che ora come ora l’unico tema caro a Grillo è la difesa del figlio»…

Sgarbi, Grillo e M5S? «La dissoluzione rimane sia che Conte rimanga o meno»

«Una questione delicata che, indipendentemente dall’innocenza o dalla colpevolezza, indica un rapporto complesso con il figlio. Con quel comportamento e con un cattiva educazione», prosegue Sgarbi. Che a stretto giro sottolinea anche: «Come fai ad essere il leader di un partito giustificando tuo figlio in quel modo (col famoso video postato a difesa del figlio Ciro indagato per stupro ndr)? Ecco perché, conclude il ragionamento Sgarbi, «ormai la dissoluzione è così intensa sia se lui rimane. Sia se lui dà il partito in mano a uno che è il suo opposto». O meglio: non puoi essere quello del “vaffanculo” e della comunicazione veemente, e poi scegliere come leader in pectore del M5S una figura dal profilo istituzionale, come quella di Conte.

Sgarbi e la questione dell’erede e dell’eredità di Grillo: Conte come Di Maio?

Una figura che il critico d’arte individua come un’eccedenza nello schema grillino. A ricoprire il ruolo di moderato diplomatico, rimarca infatti Sgarbi, «c’è già Di Maio: è lui il suo Conte. Quindi Conte non serve». Poi aggiunge anche: «Il suo erede naturale sarebbe Di Battista. Ma Grillo come garante è in grado di garantire e lasciare in eredità solo la dissoluzione definitiva»…

Sgarbi: la spirale di Grillo cominciata con la vicenda del figlio

Una ricostruzione di fuoco, quella di Sgarbi, che poi, come anticipato in apertura, il critico condensa in un post sulla sua pagina Facebook. In cui scrive: «Alla fine dovremo comunque ringraziare Conte. Nessun altro come lui avrebbe potuto demolire il movimento in così breve tempo». Un processo di dissoluzione che per Sgarbi coincide con la spirale negativa che ha travolto Grillo, invischiato nella drammatica vicenda del presunto stupro in Sardegna che coinvolge in prima linea il figlio.

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La foto (frame dalla tv) su Mediaset Play (video della puntata di ieri di “Quarta Repubblica”)