Francesco Cecchin, è ora che lo Stato “si redima”: «Sia riconosciuto come vittima del terrorismo» (video)

15 Giu 2021 19:44 - di Annamaria Gravino

Lo hanno picchiato fino a spappolargli gli organi interni e poi lo hanno buttato giù da un muro di quattro metri, fino a precipitarlo in un coma irreversibile durato quasi 20 giorni. I giudici nella sentenza, che comunque non consegnò nessun colpevole alla giustizia, scrissero: «È convinzione nel caso in specie che non si tratti di un omicidio preterintenzionale, ma di vero e proprio omicidio volontario». Eppure oggi, a 42 anni esatti dalla morte per assassinio di Francesco Cecchin, questo ragazzo di 17 anni, brutalmente ammazzato per mero odio politico, non figura ancora tra le vittime del terrorismo riconosciute dallo Stato italiano. Un’ingiustizia nell’ingiustizia che ora si chiede di sanare, restituendo a Francesco Cecchin il posto che gli spetta nella storia della Repubblica, come figlio di questa terra che non deve più conoscere cittadini di serie B.

“Una morte scomoda: l’omicidio di Francesco Cecchin”

La presentazione del libro di Federico Gennaccari Una morte scomoda: l’omicidio di Francesco Cecchin (Fergen) avvenuta oggi a Roma, con il patrocinio della Fondazione An, nei giardini che tenacemente la sua comunità è riuscita a fargli intitolare a piazza Vescovio, è stata soprattutto questo: un’occasione per chiedere allo Stato di redimersi, rispetto a quell’omicidio che non seppe impedire e che non volle riconoscere. Nelle lacune delle indagini, nella tolleranza di un clima, nel disconoscimento della dignità della vittima ad avere eque indagini e quindi equo processo.

Cecchin escluso dalle vittime del terrorismo: ora basta

Alla presentazione del libro di Gennaccari, moderati dal giornalista Roberto Rosseti, hanno partecipato l’ex sindaco Gianni Alemanno; il senatore Maurizio Gasparri; il presidente della Fondazione An Giuseppe Valentino, che fu avvocato della famiglia Cecchin; il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli; l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli; il vicesegretario dell’Ugl Luca Malcotti. E, ancora, i rappresentanti delle diverse generazioni di militanti che negli anni hanno impedito che la memoria di Cecchin e la richiesta di giustizia finissero nel dimenticatoio: Fabrizio Bruschelli, Giulio Buffo, Giancarlo Monti, Holljwer Paolo, Fabio Righi.

Tutti hanno rivendicato il diritto di Cecchin a entrare nell’elenco delle vittime del terrorismo, negato ancora negli anni Novanta perché «non risulta provato – scrisse la Prefettura di Roma – che l’omicidio di Francesco Maria Cecchin sia riconducibile ad atto di terrorismo». Molti hanno auspicato un gesto della Procura di Roma perché anche a così tanti anni di distanza torni a interrogarsi, magari a investigare su quel caso del quale ancora i giudici scrissero che appariva «incomprensibile la mancanza di ogni attività investigativa nell’ambito degli appartenenti alla fazione politica opposta alla vittima».

Una «storia emblematica degli anni Settanta»

Di cosa fu l’omicidio di Cecchin, di cosa furono le indagini, della sentenza, di quale clima si respirasse, delle minacce che Francesco subì poco prima dell’assassinio da parte di militanti del Pci del quartiere parla diffusamente il libro di Gennaccari, centrando con quel titolo tutto il senso di questa storia tragica. Di questa «storia emblematica degli anni Settanta», come recita il sottotitolo, facendo riferimento a un periodo nel quale «i militanti di destra finivano considerate persone di serie B, e proprio per questo motivo tante sono le vittime di quella parte politica che – ricorda il comunicato dei promotori dell’incontro di oggi – non hanno mai ottenuto giustizia».

Cecchin, vittima del terrorismo «più bieco e vigliacco»

Valentino l’ha detto col realismo di chi affrontò il processo all’epoca, scontrandosi con tutto il «disinteresse assoluto» che circondò l’omicidio di Francesco Cecchin: «Non mi illudo che si possano riaprire le indagini, ma almeno – ha avvertito il presidente della Fondazione An – il nome di Francesco Cecchin compaia tra le vittime del terrorismo. Del più bieco e vigliacco terrorismo, che colpisce i deboli e inermi numerosi contro uno».

Il video della presentazione del libro su Francesco Cecchin

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