Chi era Andrea Pignani, il killer di Ardea: instabile e senza amici, sparava in aria e minacciava la madre

13 Giu 2021 19:14 - di Adele Sirocchi

Andrea Pignani, il 35enne che ha seminato terrore e morte ad Ardea, ha sparato cinque colpi contro Salvatore Ranieri, 74 anni, e due bambini, i fratelli David e Daniel Fusinato di 5 e 10 anni. David e Daniel erano in un parco pubblico in via degli Astri.

I bambini stavano giocando a poche decine di metri da casa loro quando sono stati colpiti al cuore e alla testa. Nel frattempo nel parco è arrivato in bicicletta anche l’anziano, che è stato a sua volta raggiunto da due proiettili. L’assassino si è poi barricato in casa per ore sparandosi poi un colpo con la stessa pistola che aveva puntato contro le sue vittime.

Era arrivato qui da pochi mesi – racconta il presidente del Consorzio Colle Romito Romano Catini – e da subito aveva creato problemi al consorzio. Alcune volte era già capitato che l’uomo uscisse di casa e sparasse in aria. Avevamo segnalato la cosa ma non si era capito se avesse un’arma vera o una scacciacani“. I carabinieri però, secondo quanto riporta l’agenzia Adnkronos, affermano che nessuna denuncia era pervenuta sui comportamenti molesti dell’uomo.

L’arma in possesso di Pignani solleva molti interrogativi: come mai una persona giudicata instabile possedeva una pistola? Era una Beretta calibro 7,65 e apparteneva – secondo quanto rivela Adnkronos – al padre morto a novembre 2020 che faceva la guardia giurata. La morte dell’uomo non era nota alla stazione dei carabinieri di Tor San Lorenzo. Ai militari sarebbe dovuta pervenire una segnalazione sulla detenzione della pistola da parte della famiglia, cosa che invece non si è verificata.

Pignani a maggio 2020 aveva minacciato la madre con un coltello. In quel caso, l’uomo fu sottoposto a un Tso, ma a parte quell’episodio non risultano segnalazioni di patologie psichiatriche a suo carico. Agli atti non ci sono dunque documenti che possano attestare il precario stato mentale del suicida, se non l’intervento del maggio dello scorso anno, quando aveva minacciato la madre convivente con un coltello, venendo accompagnato dall’automedica in ospedale per un Tso. Secondo la madre, che sta parlando con gli inquirenti, era “solo e isolato”, “non aveva amici e non si curava”. Ingegnere informatico, disoccupato, Pignani soffriva di problemi psichici ed era da poco uscito da una struttura per disturbi mentali.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri l’uomo non aveva mai avuto litigi con il padre dei bambini. Il 35enne sarebbe quindi stato colto da un raptus. Subito dopo il triplice omicidio si è barricato in casa per oltre tre ore e si è suicidato. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nella villetta l’uomo hanno trovato l’uomo morto in camera da letto.

 

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