Bengalese strangolato e decapitato: fermato un connazionale. Il movente: soldi e nozze combinate
A Torino un 25enne bengalese ha strangolato e decapitato un suo connazionale. Il movente: soldi sborsati e non restituiti per delle nozze combinate mai celebrate. Un delitto efferato, ancora una volta maturato nel modo degli immigrati. In questo caso siamo a Torino, dove la squadra mobile di Torino ha fermato un uomo fortemente sospettato dell’omicidio di un 25enne del Bangladesh trovato morto. Decapitato in un appartamento in corso Francia. Sulle responsabilità dell’uomo, forze dell’ordine e pm sembrano non avere moti dubbi. Tanto che, nelle carte di cui riferisce l’Adnkronos, si legge che la Polizia di stato di Torino, «all’esito di serrate e minuziose indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica. E svolte anche attraverso l’utilizzo di presidi tecnologici».
Torino, 25enne del Bangladesh strangolato e decapitato: fermato un connazionale
Riscontri che hanno portato a sottoporre a fermo un 25enne del Bangladesh, poiché gravemente indiziato dell’omicidio del connazionale Mohammed Ibrahim, avvenuto lo scorso 8 giugno. Gli agenti della Squadra Mobile di Torino hanno rintracciato l’uomo all’interno della stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. E subito dopo lo hanno perquisito, sequestrandogli i capi di abbigliamento e, soprattutto, raccogliendo altri elementi di sicuro rilievo probatorio. Ivi compreso un grosso coltello da cucina adoperato assai probabilmente come «arma del delitto».
Il movente economico e l’ombra di un matrimonio combinato
In merito al movente dell’omicidio, invece, secondo quanto emerso nelle indagini fin qui, sarebbe di natura economica. O meglio, sembra sia collegato a un debito maturato dalla vittima nei confronti del fermato e non ancora onorato. Non solo: agli inquirenti risulterebbe che la vittima avrebbe utilizzato il denaro conteso per pagare, in Bangladesh, il matrimonio di una sua congiunta, già promessa in sposa all’autore del delitto. Un movente che, a quanto risulta al momento all’Adnkronos, il sospettato principale del delitto avrebbe in qualche modo confermato, rendendo «dichiarazioni sostanzialmente confessorie».
Il presunto assassino avrebbe dato il denaro alla vittima per sposare una sua parente
A tal proposito, La Stampa confermerebbe in queste ore il movente economico, entrando nel dettaglio delle cifre e delle motivazioni. Infatti, il quotidiano di Torino riporta in un ampio servizio che, secondo gli investigatori, sarebbe proprio «la mancata restituzione di una somma di denaro: qualcuno dice 1200 euro. Qualcun altro 4000», la causa del delitto. In base a quanto spiegato dal dirigente della Squadra Mobile Luigi Mitola riferito da La Stampa, allora: l’aggressore avrebbe dato il denaro alla vittima per sposare una sua parente. Matrimonio che poi non è avvenuto». E per cui, i soldi sborsati «non sono mai stati restituiti».
Il killer avrebbe prima strangolato e poi decapitato la vittima
Non solo. Dalla ricostruzione proposta dagli inquirenti e riportata dal quotidiano di Torino, «Mostafa ha prima strangolato Ibrahim con un cordino di nylon. Poi l’ha decapitato con un coltello da cucina». Infine, ripreso dalle telecamere di sorveglianza del palazzo mentre si allontanava dalla scena del crimine, è stato beccato dalle forze dell’ordine in Stazione da dove stava tentando di allontanarsi e di far perdere le sue tracce. «È possibile che volesse fuggire. Con sé aveva il passaporto» ha spiegato infatti il dirigente. Aggiungendo che «i due giovani sono arrivati in Italia insieme nel 2014 attraverso la Libia. E per un periodo, nel 2019, hanno anche coabitato in corso Francia. Poi Mostafa, che lavora come aiuto cuoco a Rosta, si è trasferito. Mohamed è rimasto in città e lavorava come lavapiatti in una pizzeria di Collegno».