Reddito di cittadinanza, 117 immigrati denunciati per truffa in una tendopoli di Reggio Calabria

22 Mag 2021 9:02 - di Lucio Meo

Ennesima dimostrazione di come il meccanismo del reddito di cittadinanza generi aspettative e truffe, anche tra i disperati che arrivano in Italia alla ricerca di un posto di lavoro. In un periodo difficile come quello attuale, i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro nell’ambito dell’Operazione denominata “Tentazione”, hanno nuovamente passato al setaccio i percettori di reddito di cittadinanza, questa volta nel comune di San Ferdinando, concentrandosi, in questo caso, su 200 beneficiari, per la maggior parte domiciliati presso la tendopoli ministeriale. L’operazione si inquadra nel più ampio contesto delle attività di verifica già iniziate nel 2020 dai Carabinieri di Gioia Tauro e che, nelle operazioni rispettivamente denominate Jobless e Jobless 2, avevano permesso di deferire 87 persone, questa volta per la gran parte italiane, alcune collegate persino collegate alla criminalità organizzata della Piana.

Gli ultimi accertamenti, condotti dai militari della Stazione Carabinieri di San Ferdinando con il supporto specialistico del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria, sono il frutto dell’attenta attività di analisi documentale sulle istanze presentate dai percettori del reddito di cittadinanza dalle cui verifiche, effettuate anche attraverso un esame incrociato dei dati acquisiti con le informazioni presenti nelle banche dati in uso alle Forze di Polizia e con riscontri concreti sul territorio, è stato possibile appurare numerose irregolarità nelle procedure di attestazione e del possesso dei requisiti previsti.

Reddito di cittadinanza agli immigrati, lo scandalo calabrese

Trattandosi di cittadini di nazionalità straniera, l’irregolarità principale ha riguardato il requisito secondo il quale il richiedente poteva usufruire del beneficio economico solo se effettivamente aveva risieduto in Italia da almeno 10 anni di cui 2 anni in maniera continuativa.

L’indagine ha avuto inizio dalla lite di uno straniero in un Caf di San Ferdinando, dissidio che aveva richiesto l’intervento dei Carabinieri per placare gli animi: i militari, giunti sul posto e comprese le ragioni dell’alterco, si erano però resi conto che, in quel caso, lo straniero si lamentava per la mancata percezione della forma di sussidio, ingenerando nei militari il sospetto che vi potessero essere molti più stranieri in situazione di irregolarità circa il reddito di cittadinanza. Pertanto, i militari della locale Stazione richiedevano il supporto dei colleghi del nucleo ispettorato del lavoro che, tramite una specifica banca dati, fornivano ai Carabinieri di San Ferdinando l’elenco di tutti i percettori, in ambito comunale, del reddito di cittadinanza.

Nessun diritto a ricevere il sussidio per mancanza di requisiti

I risultati indicavano come circa la metà dei migranti domiciliati nella tendopoli, avesse presentato domanda per la speciale elargizione: a fronte dei 530 residenti e delle 250 domande presentate, un primo vaglio era già stato effettuato dall’Inps che aveva respinto 50 richieste, per cui 200 sono risultati gli effettivi percettori, dei quali ben 177 ritenuti in posizione irregolare, ovvero l’88%.

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