Reddito di cittadinanza, la misura è colma: lo prendeva pure il killer del giudice Livatino

19 Nov 2020 12:09 - di Eleonora Guerra
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Condannati per associazione mafiosa, traffico di droga, furto e anche per omicidio. Eppure percepivano il reddito di cittadinanza. Arriva da Agrigento l’ennesimo caso di sussidi elargiti a criminali. E si tratta di un caso particolarmente sconcertante. Tra i percettori del reddito, infatti, c’è anche uno degli esecutori materiali dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, ucciso il 21 settembre 1990.

Il killer di Livatino: ergastoli e reddito di cittadinanza

Il killer del giudice Livatino, beneficiario del reddito di cittadinanza, è stato condannato in via definitiva per omicidio, associazione per delinquere di stampo mafioso e altri reati per un totale di 7 ergastoli. Sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria, coordinati dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e dal sostituto Gloria Andreoli, a fare la scoperta, che ha portato al sequestro di 8 social cards. Nei giorni scorsi ne erano state sequestrate altre 11, assegnate anche in quel caso a soggetti con precedenti per mafia.

Il sussidio a mafiosi, spacciatori e carcerati

“I finanzieri – si legge in un comunicato – hanno accertato che tra i percettori del beneficio oggi indagati, figurano soggetti sottoposti a misura detentiva per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, attualmente detenuti. Nonché per reati associativi finalizzati al traffico di sostanze stupefacenti, furto, ed altri reati comuni”. Eppure condanne e misure cautelari dovrebbero essere fra i fattori di esclusione dal sussidio.

Lo Stato ha dato altri 110mila euro a criminali

I titolari delle carte ora sono tutti indagati a piede libero. I reati contestati sono indebita percezione di reddito di cittadinanza e falso in auto dichiarazione. Gli inquirenti hanno segnalato le posizioni illecite all’Inps per la revoca e il recupero del beneficio economico. Secondo una prima stima, il danno alle casse pubbliche ammonta a circa 110mila euro, che si aggiungono ai molti già dati anche dal altri criminali nel corso del tempo. Indagini sono in corso per identificare altri illegittimi percettori del reddito di cittadinanza.

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