Meloni: «I Fedez di turno fanno il gioco del sistema, il Primo Maggio un’occasione persa»

3 Mag 2021 8:54 - di Sveva Ferri
meloni fedez

Il concerto del Primo Maggio è stato prima di tutto «un’occasione preziosa persa per parlare dei problemi di milioni di italiani». Giorgia Meloni è intervenuta sulla vicenda e più che soffermarsi sul “caso Fedez” in sé è andata alla sostanza di quello che è accaduto. Rintracciandovi «una cosa triste» e una «divertente». La prima è la cancellazione dal dibattito del tema del lavoro, in un momento in cui il tessuto economico del Paese è a brandelli e milioni di italiani sono in ginocchio. La seconda è «il cortocircuito di certa sinistra che si straccia le vesti sulla censura ma poi, di fatto, sponsorizza proposte di legge che limitano la libertà d’espressione».

Il concertone? «Un pretesto per battaglie ideologiche»

«Ci sono lavoratori che da più di un anno aspettano risposte: attività messe in ginocchio, altre che non riapriranno più, il tutto unito a pesanti limitazioni delle libertà personali. Era chiedere troppo che ci si concentrasse sulla ripartenza economica e sociale dell’Italia?», ha quindi chiesto Meloni sulla sua pagina Facebook, tornando poi sull’argomento in un’intervista al Messaggero di oggi. Per la leader di FdI quello che è successo sul palco del primo maggio non è «nulla di sorprendente». «Per l’ennesima volta il Concertone è stato un pretesto per battaglie ideologiche, come il ddl Zan, che non c’entrano nulla con il lavoro e i diritti dei lavoratori. Il tutto sulla tv pubblica e a spese degli italiani». «In questo contesto – ha sottolineato – c’è chi usa quel palco per farsi pubblicità e confezionarsi un megaspot, utile per ad affermarsi ulteriormente nei circuiti che contano».

Meloni: «I Fedez di turno sono utili al sistema»

Quanto alle accuse di censura mosse alla Rai, Meloni ha ricordato che «se c’è qualcuno che è penalizzato in Rai, e in particolare su Rai3, non è certo la sinistra e i suoi sostenitori, cantanti e artisti del Concertone compresi, ma l’opposizione al governo. E non sono io a dirlo, ma i dati». A questo stato delle cose si aggiunge poi «un paradosso». Meloni, infatti, ha ricordato che «parla di censura chi vorrebbe introdurre con il ddl Zan la censura per legge e punire con il carcere chi non si allinea al pensiero unico dominante. I Fedez di turno – ha quindi commentato Meloni – sono utili al sistema e servono solo a prestare un volto accettabile a questa deriva liberticida».

La sfida a Draghi sulla Capitale

Ma nel corso del colloquio con il quotidiano romano Meloni si è soffermata anche sulle principali questioni di attualità politica, fra le quali quello dei fondi destinati alla Capitale nel Recovery. «Una ridicola elemosina», ha ribadito Meloni, ricordando come «500 milioni di euro destinati solo ai beni culturali sono un insulto» e mancano «le risorse per il potenziamento delle metropolitane o per risolvere la disastrosa questione dei rifiuti». Su Roma quindi la leader di FdI ha voluto «sfidare Draghi e la maggioranza: si dia immediata attuazione all’ordine del giorno di FdI approvato dalla Camera con cui si chiede di trasferire poteri e risorse speciali per Roma Capitale, proprio come avviene per le più importanti capitali europee. Serve solo la volontà politica per farlo. La città – ha ricordato Meloni – ha già subito il malgoverno della Raggi, ora meriterebbe un po’ di fiducia».

Sui candidati a sindaco «non perdere altro tempo»

E al cronista che accusava il centrodestra di «cincischiare» sulla scelta del candidato, la leader di FdI ha ricordato che «da settimane chiedo che si riunisca il tavolo del centrodestra per sciogliere alcuni nodi politici, tra cui naturalmente quello dei candidati sindaco a Roma e nelle altre grandi città». «Noi ci siamo. Siamo pronti anche domattina con le nostre proposte e una rosa di candidati assolutamente adeguata per spodestare la sinistra e i Cinque Stelle. In termini assoluti non siamo in ritardo, basti guardare a quello che avviene a Roma nel centrosinistra, ma – ha concluso Meloni – è bene non perdere altro tempo».

 

 

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