Denise, Aldo Grasso all’attacco del cinismo dei media. «Non è un reality. Tutti ne parlano, meno chi sa»

17 Mag 2021 14:34 - di Redazione

Un attacco ad alzo zero contro circo mediatico morbosamente abbarbicato ai più gravi fatti di cronaca. Aldo Grasso  nella sua consueta rubrica sul Corriere della Sera affonda il cinismo dei media. Testimoniato in queste ore dallo straripante dibattito televisivo sul caso della povera Denise Pipitone. La bimba scomparsa a Mazara del Vallo 17 anni fa.

Denise Pipitone, l’affondo di Grasso contro il circo mediatico

Non si fa che parlare di lei, osserva il critico televisivo. Quasi si trattasse di un reality. “Venerdì sera Quarto Grado ha dato ampio spazio alla vicenda, Chi l’ha visto? ha registrato ascolti record occupandosi del caso”. La speranza è che tanta fatica porti almeno ad avvicinarsi alla verità. L’unico aspetto positivo nella corsa allo scoop e all’audience.

Nelle ultime settimane si sono riaccesi i riflettori sulla drammatica vicenda quando una ragazza russa di nome Olesya Rostova si è presentata in un programma dicendo di essere in cerca della madre biologica. Il suo racconto e la somiglianza con Denise Pipitone  hanno scatenato il tifo. Con tutti a sperare che si potesse trattare della bambina cercata da oltre 17 anni. Un’invenzione che ha fuorviato nuovamente le indagini.

“Tutti ne parlano, meno chi ha qualcosa da dire”

“Non si può fare però a meno di notare come il caso Denise stia portando a un nuovo livello alcune dinamiche già osservate in passato. In occasione di casi di cronaca e giudiziari fortemente mediatizzati”. Lo spartiacque è stato il caso Cogne. Trasformato – scrive Grasso – in un appuntamento serializzato nei talk show. Riversato sulla scena mediatica come fosse un reality, in un tripudio di opinioni e voci sul tema”.

Stesso copione di Cogne. Ora si cerchi la verità

Stesso copione per la povera Denise. Tutti ne parlano, “meno chi forse avrebbe qualcosa da dire per portare finalmente la vicenda a una decisiva svolta. Avvocati, sospettati, testimoni chiave, vicini di casa, criminologi, compagnia di giro di opinionisti schierati pro o contro quella o questa teoria. Addirittura ex inquirenti che lamentano una mala gestione delle indagini”.

“Il circo di comprimari si allarga settimana dopo settimana“, insiste Grasso. “A colpi di esclusive tv, con elementi narrativi dalle venature da feuilleton”. Come “l’inquietante siparietto della tv russa. Che ha rivelato con un test del Dna quasi in diretta l’identità di una ragazza sospettata di poter essere Denise”. L’invito è chiaro. Ridurre il sensazionalismo. “Ora almeno cerchiamo di fare luce sul caso”.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *