D’Alema in causa con i compagni. I socialisti europei lo accusano: deve restituire 500mila euro

13 Mag 2021 8:58 - di Redazione
D'Alema

La Fondazione dei socialisti europei vuole indietro da Massimo D’Alema, che ne è stato presidente, 500mila euro che l’ex leader dei Democratici di sinistra avrebbe intascato senza averne diritto. La vicenda la racconta oggi Claudio Tito su Repubblica. Il quale ha sentito anche al telefono D’Alema che si è detto sicuro di vincere la causa con la Feps alla quale poi chiederà i danni.

Il contratto tra D’Alema e il presidente della Fondazione Stetter

D’Alema viene eletto presidente della Fondazione nel 2010. Tre anni dopo la novità: “Un contratto siglato insieme all’allora Segretario Generale della Fondazione, il tedesco Ernst Stetter, per circa 120 mila euro l’anno. Di quel contratto, però – scrive Tito su Repubblica – nessuno sa niente: non viene mai sottoposto all’attenzione dei suoi organismi dirigenti, né al Bureau né all’Assemblea. Da notare che la Feps è registrata in Belgio come Associazione senza scopo di lucro e il Bureau equivale ad un Consiglio di amministrazione di una società. Quel documento viene custodito con attenzione e i pagamenti non vengono mai effettuati con i canali digitali”.

Lo scontro con Laszlo Andor sulle somme percepite da D’Alema

Dal 2019 il nuovo segretario è l’economista ungherese Laszlo Andor che controlla i bilanci e scopre il contratto intercorso tra D’Alema e Stetter. Il timore è a quel punto che Strasburgo possa tagliare i contributi alla Fondazione, che giudica quel contratto esulante dall’ordinaria amministrazione. Di qui la richiesta a D’Alema di restituire la somma di 500mila euro.

D’Alema: è tutto regolare, le mie prestazione valutate da una società

“Per D’Alema – scrive Repubblica – che si è affidato allo studio legale Grimaldi, invece tutto è regolare: «Non è vero che doveva passare all’esame del Bureau. Non hanno nemmeno voluto ascoltare il segretario dell’epoca, Stetter. Lui aveva proposto di pagare le mie prestazioni intellettuali. Che ho fatto valutare da una società ad hoc: valgono di più di quel che mi hanno dato. E alla Feps ho anche regalato un libro senza pagare i diritti». E così di trattativa in trattativa si arriva al 30 marzo scorso”.

La mediazione non va in porto e si procede con la causa civile

In quella data “si riunisce l’Assemblea (on line) e viene convocato anche lo stesso D’Alema. L’invito è di nuovo a transare, altrimenti la via della causa legale sarebbe diventata inevitabile. L’ex premier italiano si difende, ribadisce la sua buona fede e soprattutto insiste sulla legittimità dei suoi comportamenti. Si arriva al voto, facce torve anche se solo sui monitor. Soprattutto i socialisti del nord Europa sbuffano impazienti e increduli. Sono presenti 25 fondazioni europee tra cui 4 italiane: la Fondazione Socialismo, la Fondazione Gramsci, la Fondazione Pietro Nenni e la Fondazione ItalianiEuropei, quella di D’Alema. Il voto finisce con 23 favorevoli alla causa civile e 2 astenuti. Causa civile da intentare dopo un estremo tentativo di mediazione. Che evidentemente non dà il risultato sperato visto che venerdì scorso l’intero incartamento è stato depositato presso il tribunale civile di Bruxelles”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *