Cav ieri odiato, ora corteggiato. Panebianco: «Il Pd spieghi il suo ribaltone su Berlusconi»

12 Mag 2021 17:30 - di Lando Chiarini
Panebianco

Com’è possibile che il Nemico di ieri sia diventato l’Amico di oggi? L’interrogativo sulla più orwelliana delle metamorfosi politiche arriva da Angelo Pianebianco, editorialista di punta del Corriere della Sera. Un punto di domanda, il suo, tutt’altro che scontato alla luce della raggiunta centralità del tema dell’odio nel dibattito pubblico. Con annesso un secondo ribaltone. Già, perché la parte politica che oggi ne lamenta l’utilizzo è la stessa che ieri lo ha diffuso a piene mani: la sinistra. E sempre contro Silvio Berlusconi. Tanto è vero, ricorda Panebianco, che il bipolarismo italiano ruotava intorno ad uno schema molto semplice: berlusconiani da una parte e anti dall’altra.

Panebianco: manca una sinistra normale

Un paradigma antropologico, irrimediabile, belluino. Il cuneo dei 5Stelle lo ha incrinato, è vero. Ma lo è altrettanto il fatto che a disarmarlo ha contribuito soprattutto il progressivo declino del Cavaliere, passato nel giro di due anni da Palazzo Chigi alla residenza per anziani di Cesano Boscone. Non per invecchiare serenamente, ma come misura alternativa al carcere dopo la condanna per frode fiscale. La fine del Nemico, spiega Panebianco, coincide dunque con il venir meno della sua “pericolosità” per la sinistra. E questo spiega perché il brutto anatroccolo si è trasformato in un candido cigno. Infatti lo spauracchio di ieri è l’alleato obbligato di oggi con licenza di diventare il partner preferito di domani, sia che si parli di governo o di asse per il Quirinale.

Oggi l’odio colpisce Salvini

La politica – com’è noto – vive di capovolgimenti di scena. Ma qui parliamo d’altro: di un leader politico passato da “male assoluto” a soluzione del problema. «La verità – scrive Panebianco – è che una certa sinistra preferisce rimuovere il problema piuttosto che chiedersi perché non sia stato in grado di dare un giudizio meno viziato da isterismi e esagerazioni quando Berlusconi era potente». Bella domanda. Lo stesso editorialista prova a darsi una risposta: «Forse non può farlo perché in quel caso sarebbe costretta a prendere atto di alcuni vizi di cui è incapace di liberarsi». Il più evidente, aggiungiamo noi, è quello appunto di dover odiare per poter esistere. Ieri Berlusconi, oggi Salvini. Forse, ad onta delle favolette sulla destra anomala, quel che veramente manca in Italia è soprattutto una sinistra normale.

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