Travaglio garantista con Grillo: “Sono padre anche io, non ha sbagliato a difendere il figlio”

21 Apr 2021 8:12 - di Lucio Meo

Marco Travaglio non molla gli amici in difficoltà. anche a costo di difendere l’indifendibile. Era accaduto con Andrea Scanzi, il baby vaccinato che il direttore del “Fatto” aveva considerato colpevole solo di aver detto pubblicamente quello che aveva fatto, si è ripetuto anche con Beppe Grillo, in un lungo editoriale in cui oggi lo assolve. Una mezza assoluzione era arrivata ieri anche dall’amico dell’amico, Giuseppe Conte.

Travaglio difende Grillo

“Da padre di un ragazzo e di una ragazza, ho vissuto per anni nell’incubo che potesse accadere loro qualcosa in una serata alcolica. Quindi sì, un po’ mi sono immedesimato. Ora però molti lettori mi chiedono che ne penso. Grillo non ha sbagliato a difendere suo figlio. E fanno ribrezzo quanti, col ditino alzato, deplorano la sua rabbia: vorrei vedere loro, al suo posto. Gli errori sono altri….”.

Il giornalista, dunque, non ritiene sgradevole e offensivo quel video con il quale il comico, leader del M5S, di fatto si scagliava contro una presunta mitomane che si sarebbe inventata uno stupro, dopo un presunto rapporto consenziente a quattro. Gli errori, secondo Travaglio, sono stati quelli di non considerare la presunta innocenza della vittima. Un po’ contorto, come ragionamento.

Il presunto stupratore e la presunta vittima

Dove avrebbe sbagliato Grillo, secondo Travaglio? “Primo, far intendere che la consensualità del rapporto sessuale sia dimostrata dal ritardo di 8 giorni con cui la ragazza ha sporto denuncia: a volte possono passare anche mesi, e giustamente la nuova legge del “Codice rosso” (firmata dal “suo” ministro Bonafede e dalla Bongiorno) ha raddoppiato i tempi per le querele da 6 mesi a 1 anno. Il secondo è l’assenza di una parola di vicinanza alla ragazza, che comunque, se ha denunciato, si sente vittima. Potrebbe esserlo, come pure non esserlo: alcune denunce di stupro si rivelano fondate e altre infondate. Sarà il gup a decidere se Ciro e i suoi tre amici vanno processati e altri giudici stabiliranno se fu stupro o no”.

Il garantismo a giorni alterni del direttore del “Fatto”

Travaglio, che in genere ama sparare sentenze sulla base delle prime fasi delle indagini, stavolta fa il garantista con Grillo. “Tutti parlano come se lo stupro fosse già certo, senza non dico una sentenza, ma neppure un rinvio a giudizio. E lo deducono, pensate un po’, dal fatto che Grillo ha fondato il M5S e il M5S è giustizialista. Sono gli stessi che ai loro compari applicano la presunzione di non colpevolezza anche dopo la condanna in Cassazione (tipo B. e Craxi) ed esultano per i vitalizi a Formigoni&C. Infilare la politica in un processo per stupro è quanto di più demenziale, anche perché Ciro Grillo non fa politica….”. Per Travaglio il fondatore del M5S, Beppe Grillo, ha posto una domanda legittima: “Perché quattro presunti stupratori di gruppo sono a piede libero da 2 anni col rischio che lo rifacciano? Noi, che il filmato e i messaggi non li abbiamo visti, non abbiamo nulla da dire sul punto. Se non che gli indagati hanno il diritto di difendersi e i loro genitori di difenderli”. Bravo Grillo, è la linea del “Fatto“.

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