Persino la deputata M5S si vergogna di Grillo: «Sono stata massacrata di botte, da lui parole gravi»
«Grillo ha fatto un discorso grave che mi ha fatto rivivere tutto il mio dramma. Un discorso da uomo arrabbiato. Ma come si fa a dire che una violenza non è violenza se viene denunciata otto giorni dopo? Io sono stata massacrata di botte e perseguitata da un uomo che sono riuscita a denunciare soltanto a sei mesi dalla fine di quell’incubo». Le parole di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro accusato di stupro insieme ad altri tre amici hanno scosso Federica Daga, 45 anni, deputata grillina.
La difesa ad oltranza di Grillo
Ieri il garante dei 5S ha postato un video. La sua è stata una difesa ad oltranza del figlio. «C’è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori». Questo uno dei passaggi del video pubblicato sui suoi canali social. «Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi. Voglio chiedervi, voglio una spiegazione sul perché un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio, non sono stati arrestati. Perché non li avete arrestati?». E poi ancora: «Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia… Vi è sembrato strano. Bene, è strano».
La deputata grillina contro Grillo
Parole che hanno provocato polemiche e che hanno fatto insorgere anche una grillina doc. Daga intervistata da Repubblica ammette di essere rimasta «senza parole». «Sono stata male, malissimo». La parlamentare racconta di aver subito una violenza «nel 2015. Ho avuto una breve relazione con il fratello di un deputato del mio gruppo politico. Ero molto stanca in quel periodo, fragile, quindi per questo, forse, non mi sono subito resa conto, davvero, di chi fosse quell’uomo». Dice di essere stata picchiata «con ferocia. Per quattro volte ho davvero temuto di finire male. Mi sbatteva la testa contro il muro. Aveva sviluppato un attaccamento morboso nei miei confronti. Ma nello stesso tempo cercava di demolirmi come persona, diceva che non valevo niente».
La deputata grillina: «Un incubo»
Il suo rapporto, racconta a Repubblica, è durato «pochi mesi, anche perché la sua aggressività si è manifestata subito. Controllava il mio telefono, il mio computer, i miei spostamenti. Un incubo. E ci sono donne che per anni subiscono queste persecuzioni. Sono riuscita a troncare il rapporto ma non a liberami di lui».
«Ci ho messo mesi per riuscire a denunciarlo»
Per Daga un vero e proprio incubo. «Continuava a cercarmi a minacciarmi. Eppure ci ho messo sei mesi per riuscire a denunciarlo». Perché così tanto tempo? «Mi vergognavo, mi sentivo sconfitta per essere entrata in relazione con un uomo così, per aver accettato le sue attenzioni. Ero così sconvolta da quella violenza che ho avuto bisogno di mesi per elaborare quello che mi era successo. E avere la forza di denunciare. Per questo trovo incredibile che non si creda a una ragazza che denuncia uno stupro dopo otto giorni». E poi il messaggio a Grillo: «Le donne non si inventano le violenze. Per questo i tempi della querela sono stati allungati. E non bastano otto giorni per superare lo choc di aver subito uno stupro e raccontarlo. Possono servire mesi e mesi, a volte anni».
«Io mi sentivo in colpa»
Le parole di Grillo? «Sono parole che si commentano da sole. Per fortuna oggi c’è il Codice Rosso per cui si può denunciare fino a 12 mesi dopo. Nel mio caso invece i termini erano addirittura scaduti ed è stato processato soltanto per stalking. Quando si viene aggredite, umiliate, picchiate, è difficile parlare, ammettere ciò che si è subito. Io mi sentivo addirittura in colpa per quello che mi era capitato. E spero che i miei genitori non lo vengano a sapere mai».
Che fine ha fatto la sua denuncia? «Dopo un anno di indagini – conclude – c’è stato il processo e in primo grado è stato condannato a otto mesi. Purtroppo gravita ancora nel mio gruppo politico, nonostante molti sappiano per cosa è stato condannato. Ma è a piede libero, in giro».