Le Sardine filosofeggiano di garantismo e a Grillo dicono: «Ti siamo umanamente vicine»

20 Apr 2021 16:18 - di Agnese Russo
sardine grillo

Con due lunghi interventi, uno di Jasmine Cristallo e uno affidato alla loro pagina Facebook ufficiale, anche le Sardine hanno detto la loro sul video con cui Beppe Grillo ha assolto il figlio dall’accusa di stupro di gruppo e, di fatto, ha attaccato la vittima, sostenendo che era consenziente. Ma in entrambi i casi, invece di andare dritte al punto, le Sardine si sono messe a filosofeggiare su garantismo, sentimenti genitoriali e patriarcato. «Ti siamo vicini umanamente, ma politicamente siamo lontanissimi», hanno, lasciando la sgradevole sensazione di un fondo di giustificazionismo.

Le «due grandi verità» di Grillo secondo le Sardine

Secondo le Sardine il video di Grillo conterrebbe «due grandi verità»: «La sofferenza di un padre alle prese con un tempo giudiziario logorante e un sistema mediatico troppo pronto a trovare colpevoli»; «l’ipocrisia di chi per anni ha lanciato, difeso e cavalcato un certo giustizialismo a spada tratta, ne ha assecondato le perversioni e le storture, al solo scopo di creare una spaccatura tra presunti onesti e sicuri corrotti». Le Sardine hanno citato vari esempi: «Dal partito di Bibbiano alle sentenze mediatiche bipartisan contro Marino e Bassolino, o contro Berlusconi, Renzi, De Girolamo e altri politici che neanche noi amiamo per le loro idee politiche ma che rispettiamo in quanto cittadini uguali davanti alla legge».

Le Sardine «vicine umanamente» a Grillo

Il post prosegue sottolineando che «la caccia alle streghe non è forse nata con il Movimento 5 Stelle, ma sicuramente non si è indebolita con l’instaurarsi di un modello che da Travaglio a Scanzi decide sempre troppo in fretta chi sia colpevole e chi innocente». Quindi, la rassicurazione sul piano umano e la presa di distanza politica. «Ti siamo vicini umanamente, ma politicamente siamo lontanissimi. Perché il tema, oggi come ieri, non è stabilire se tuo figlio sia innocente o colpevole. Il tema è riconoscere che non sta a noi deciderlo. Oggi – hanno quindi concluso su Facebook – una lezione l’abbiamo imparata tutti e forse tu più di altri: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a tuo figlio».

Tutta colpa del patriarcato

Nel post delle Sardine non è pervenuta la vittima. Vi accenna, invece, Jasmine Cristallo, andando comunque a parare altrove. «Legittimo per un padre tentare di difendere un figlio, ma farlo affermando che la giovane donna in questione non possa essere stata vittima di stupro perché “nel pomeriggio ha fatto kitesurf” o perché ha denunciato dopo una settimana, testimonia uno sconcertante e virulento maschilismo di chiara matrice patriarcale», ha detto la Sardina, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos.

Filosofeggiando di garantismo e giustizialismo

«A Beppe Grillo – ha scritto Cristallo – sarebbe bastato appellarsi, legittimamente, al garantismo, all’articolo 27 della nostra Costituzione, ma ha preferito continuare ostinatamente a rinnegarlo prediligendo un impianto giustizialista e complottista. Celebre forcaiolo, tra i responsabili indiscussi del clima punitivo, vendicativo e manettaro che si è abbattuto sul nostro Paese, anziché avvalersi del sacrosanto principio di non colpevolezza per chiedere una tregua allo scempio mediatico che, questa volta, investe suo figlio, alza la posta e rilancia. Si è tanto sbandierato Rousseau quando servirebbe studiare Montesquieu…», ha concluso la Sardina, che in precedenza aveva citato anche Beccaria.

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