Grillo travolto. Myrta Merlino: «Vaffa te lo dico io». La Lucarelli: «Cretino». E persino il “Fatto”…

20 Apr 2021 11:47 - di Milena Desanctis
Grillo

Non si arresta lo tsunami contro Beppe Grillo. Le parole pronunciate in difesa del figlio accusato di stupro insieme ad altri tre amici continuano, infatti, a provocare polemiche e indignazione. «Grillo parla da padre, ma questo non basta a giustificare tutto. Offende chi denuncia, gioca tra vittime e carnefici, calpesta anni di battaglie per le donne. Il video lascia sgomenti». Myrta Merlino interviene via Twitter sul video diffuso ieri dal garante dei 5S. La conduttrice è durissima: «La giustizia farà il suo corso, ma oggi caro Beppe vaffa lo dico io a te. Da donna e da madre».

Selvaggia Lucarelli: «Caro Grillo…»

Caustica anche Selvaggia Lucarelli: «Caro Grillo, tuo figlio è un presunto innocente, tu – oggi – un sicuro cretino». Tantissimi i commenti al post pubblicato sui social. Un utente scrive: «Non entro nella vicenda sulla quale deciderà la magistratura, ma trovo deplorevole l’utilizzo di Grillo della sua popolarità e forza politica per perorare cause personali. Vecchissima politica e malsano uso del potere». E un altro aggiunge: «Ci ha messo otto giorni a denunciare…è abominevole solo pensarla una frase del genere». Un altro ancora rincara la dose: «Cretino è un aggettivo affettuoso quel video fa rabbrividire».

Anche il Fatto contro Grillo

Persino il Fatto, a firma Paola Zanca, scrive uno “sberleffo” contro Grillo. «Non dite a Beppe Grillo – anzi sì, diciamoglielo – che denunciare una violenza dopo otto giorni non è “strano”, come sostiene lui. È “strano” il contrario: avere immediatamente la consapevolezza, l’autodeterminazione e il coraggio necessari a presentarsi in caserma e raccontare cosa ti è successo».

«Ci vogliono mesi per realizzare quanto accaduto»

Scrive ancora il Fatto. «A volte – si tenga forte, Grillo – ci vogliono mesi solo per realizzare quel che ti è accaduto, per convincerti che non sei stata tu ad aver sbagliato. È per questo che un anno e mezzo fa, il Parlamento ha raddoppiato i tempi entro cui è possibile sporgere querela: erano troppo pochi i sei mesi previsti dalla legge».

Il Codice rosso e le ultime novità della giurisprudenza

Il quotidiano ricorda che «il Codice rosso – lo hanno firmato i ministri del Conte-1, Alfonso Bonafede e Giulia Bongiorno – ha allargato a un anno la finestra a disposizione della vittima per denunciare. Semmai le dovesse venire in testa di girare un altro video sul tema, le agevoliamo un altro paio di novità introdotte dalla giurisprudenza e dal codice penale». Il fatto ricorda così che «puoi essere stuprata anche se hai i jeans, la minigonna non istiga alla violenza, un no è un no (anche se un minuto prima aveva detto sì), l’alcol può essere un’aggravante».

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