Covid: Guerra, numero 2 dell’Oms indagato a Bergamo. L’accusa: false informazioni ai pm

10 Apr 2021 9:14 - di Bianca Conte
Covid Bergamo Guerra Oms indagato

Nell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del coronavirus nella provincia più colpita e sulla mancata zona rossa a Bergamo arriva ieri. Quando i magistrati hanno iscritto nel registro degli indagati il direttore aggiunto dell’Oms, Ranieri Guerra, l’esperto italiano dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). L’indagato, da parte sua, si dice stupito. E dichiara: «Non ho idea del perché sono indagato. Ho dato la massima disponibilità ai magistrati con una informazione completa sui fatti. Attendo di conoscere i motivi».

Inchiesta Covid, Ranieri Guerra (Oms) indagato a Bergamo

E i pm chiariscono le motivazioni dell’indagine e dell’iscrizione nel registro degli indagati di Ranieri Guerra. L’accusa è di «false informazioni ai pm» in relazione alla sua deposizione come persona informata sui fatti nel novembre scorso. Quando, ascoltato come testimone per 5 ore, a detta dei magistrati l’esperto avrebbe messo a verbale appunto informazioni non veritiere. Rese in veste di persona informata sui fatti. Non solo: al centro dell’indagine ci sarebbe il mancato aggiornamento del piano pandemico dal 2006, che ha portato a uno scontro tra Guerra e Francesco Zambon: il funzionario che si è dimesso dall’Oms proprio in seguito a questa vicenda.

L’accusa è di «false informazioni ai pm»

Da parte loro, dunque, i pm al lavoro sul caso nelle scorse ore hanno tenuto a precisare comunque che: «Sulle ragioni teniamo il più stretto riserbo». Una posizione ribadita anche dal procuratore capo Antonio Chiappani che, assieme agli altri magistrati impegnati sull’inchiesta, nei giorni scorsi aveva inviato una rogatoria a Ginevra. Rogatoria destinata proprio all’Oms. Alla quale – riporta tra gli altri l’Agi a riguardo – «i magistrati chiedono delucidazioni sul come, quando Guerra era responsabile della Prevenzione nel Ministero della Salute tra il 2014 e il 2017», gli addetti ai lavori «accolsero le autovalutazioni di eccellenza italiane nelle capacità di prevenire un’eventuale pandemia».

Covid, inchiesta di Bergamo: Guerra (Oms), «amareggiato e stupito per essere indagato»

Appresa la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Bergamo, Guerra si è detto «amareggiato e stupito» della iscrizione al registro dehli indagati per la mancata zona rossa. Un’indagine all’interno della quale i pm gli contestano appunto l’accusa di “false informazioni”. «Ho sempre dato la massima disponibilità e una completa informazione sulle mie conoscenze», ha sostenuto l’esperto. Asserendo poi che: «Forse alcune informazioni sono un po’ tecniche. E non sono state comprese. Oppure andranno spiegate meglio. È stata chiesta una rogatoria all’Oms di cui non conosco i contenuti – ha concluso Guerra –. Quando sarò chiamato dai magistrati risponderò».

Guerra: «Ora l’Oms chiarisca. La mia posizione è cristallina»

E ancora. Interpellato dall’Agi, sulla vicenda Guerra ha rilevato: «Mi auguro che l’Oms possa rispondere con tutti i dettagli, le spiegazioni e i chiarimenti necessari, dato che la mia posizione è cristallina nonostante le insinuazioni di alcuni». «Io ho dichiarato ai pm tutto quello che sapevo a quel momento, in totale buonafede. Ho capito a seguire di non avere avuto accesso a molte informazioni, ma credo che questo i pm lo abbiano bene valutato. Non so neppure quali siano queste presunte contraddizioni che possano avere identificato – ha poi concluso Guarra – dato che non ho avuto accesso ai quesiti da loro posti all’Oms. Da tempo tramite i miei legali ho in ogni caso confermato ai pm la mia piena disponibilità a fornire ogni ulteriore dettaglio ritengano necessario di cui io sia a conoscenza. Sono stato e sono in assoluta buonafede e mi meraviglia che i pm abbiano un’impressione diversa».

I familiari delle vittime: «Siamo molto soddisfatti. Avanti così»

Dal fronte dei familiari delle vittime, invece, l’avvocato Consuelo Locati, coordinatrice del team dei legali dei familiari delle vittime del Covid, commentando l’indagine della procura di Bergamo su Ranieri Guerra, ieri ha sottolineato: «Siamo molto soddisfatti. È la conferma che la Procura di Bergamo sta portando avanti le indagini e sta ottenendo dei risultati». «Questo – ha spiegato la Locati all’Adnkronos – significa anche che la nostra opera di raccolta di documentazione è servita. E che la Procura l’ha utilizzata. Pertanto, potrebbero esserci ulteriori fattispecie di reato». Tanto che l’avvocato ha concluso il commento, rilevando: «Ora ci aspettiamo l’individuazione di altri responsabili»…

E sul mancato aggiornamento del piano pandemico…

Del resto, Locati ipotizza che Guerra possa essere stato indagato in relazione «al questionario sulle autovalutazioni dell’Italia non mandato alla Ue e anche sul mancato aggiornamento del piano pandemico». Non a caso, infatti, come spiegato puntualmente dall’Agi sul suo sito, «un altro aspetto dell’inchiesta che coinvolge Ranieri Guerra è il mancato aggiornamento del piano pandemico, fermo al 2006. L’ex funzionario dell’Oms Francesco Zambon – riferisce l’Agi – che si è dimesso pochi giorni fa dalla sede di Venezia, ha denunciato di avere subito delle pressioni attraverso alcune mail, agli atti dell’inchiesta, da Guerra». Pressioni che l’indagato avrebbe esercitato  «nelle vesti di direttore aggiunto, per postdatare il Piano: facendolo così sembrare aggiornato al 2016. Una “correzione” maturata – riporta sempre l’agenzia giornalistica –nell’ambito di un rapporto pubblicato per sole 24 ore sul sito dell’Oms. Report poi  rimosso, su diktat di Guerra secondo Zambon, che trattava le falle del sistema italiano»...

 

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