Covid, lo studio: più è intensa l’infiammazione, più durano i disturbi psicopatologici

1 Mar 2021 11:50 - di Redazione
Covid

A tre mesi dalle dimissioni, circa un terzo dei pazienti ricoverati per Covid continua a soffrire di disturbi psicopatologici. Soprattutto depressione, ansia, insonnia e sindrome da stress post-traumatico. In particolare, è la depressione a persistere maggiormente nel tempo. La sua gravità è strettamente legata all’intensità dello stato infiammatorio sistemico tipico delle forme gravi del virus, anche per mesi dopo la guarigione. La buona notizia è che i pazienti con queste forme depressive, rispondono bene alle terapie psicologiche e farmacologiche a disposizione. Sono i risultati di un nuovo studio coordinato dallo psichiatra Francesco Benedetti, dell’Irccs Ospedale San Raffaele e pubblicato sulla rivista scientifica “Brain, behavior and immunity“.

Ricerca sui pazienti post Covid all’Irccs San Raffaele

La ricerca, come ha reso noto lo stesso ospedale, ha riguardato 226 pazienti di Covid presi in carico nel maggio 2020 e sottoposti a controlli fino a sei mesi dopo la dimissione. Un team multidisciplinare lo ha condotto sulla base di interviste cliniche e questionari di auto-valutazione consegnati a 149 uomini (età media di 58 anni). Vi è emerso che il 36 per cento riporta sintomi di entità clinica e il 24 presenta disturbi come  depressione, ansia e insonnia. «La cosa più interessante dei dati raccolti – ha commentato Benedetti – è la stretta relazione tra risposta del sistema immunitario, stato infiammatorio e persistenza dei sintomi depressivi».

Altri sintomi riguardano la memoria e il linguaggio

In pratica, più alta è stata l’infiammazione sistemica scatenata dal Covid più i sintomi depressivi sono risultati persistenti. È un dato riscontrabile anche in altre manifestazioni collaterali come le ridotte capacità di memoria, di coordinamento psicomotorio e di fluenza del linguaggio. Avviene perché lo stato infiammatorio favorisce la riduzione di serotonina, neurotrasmettitore essenziali per il controllo delle emozioni. «Il Covid – ha concluso lo psichiatra – è il paradigma di questo fenomeno. Se l’infiammazione non recede, nei mesi successivi alla malattia acuta può svilupparsi un episodio depressivo». In compenso, c’è l’ottima risposta dei pazienti alle terapie.

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