Teatri aperti e luci accese in tutta Italia per una notte. Gli operatori: “Non accettiamo altri silenzi”

22 Feb 2021 21:05 - di Angelica Orlandi
Teatri aperti

I Teatri di tutta la penisola sono aperti e illuminati. Per una sera. Non per riaprire le attività, ma per dare un segnale: ci siamo. Sono coinvolte piazze importanti.  Da Roma, Milano, Palermo e tutti i teatri siciliani.  L’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo ha lanciato l’iniziativa, invitando “tutte le donne e gli uomini che dirigono i teatri italiani, da quelli più piccoli fino ai grandi, a illuminare e tenere aperti i propri edifici la sera del 22 febbraio”.

L’iniziativa luci accese a teatro

E così stasera molte persone sono confluite davanti ai teatri per supportare con la presenza un settore amato e di cui si sente la mancanza. A un anno esatto dai provvedimenti di contenimento della pandemia che hanno sancito la chiusura – e l’agonia- dei luoghi dello spettacolo, migliaia di operatrici e operatori del settore sono senza lavoro e senza reddito. FdI da subito è stato loro vicino ed ha espressamente chiesto al governo di ascoltare questi lavoratori. I problemi restano. Nonostante l’ex governo non ci sia più, anche il nuovo non pare avere messo mano ad interventi mirati.  Per questo i riflettori servono. L’inconsistenza dei provvedimenti una tantum presi dal governo Conte, gridano ancora vendetta. Assieme alla necessità di una riforma strutturale del settore, in grado di guardare oltre l’emergenza. Per questo accendono le loro insegne. In più di 20 città italiane lavoratrici e lavoratori sono lì a testimoniare la loro presenza. Attendono  la convocazione di un Tavolo Interministeriale con la presenza del Ministero del Lavoro, del MEF e del MIBAC. “Non siamo disposti ad accettare altri silenzi e tentennamenti e non accetteremo altri equilibrismi politici sulla pelle di chi da un anno si ritrova senza reddito”.

Sipari abbassati da 100 giorni

I teatri italiani si illuminano. A sipari chiusi ormai da più di 100 giorni filati, per una sera tornano a farsi vedere, in nome delle migliaia di artisti, tecnici e maestranze senza lavoro e con le stagioni bloccate da un anno. Hanno aderito palcoscenici delle grandi città come Milano, con, tra gli altri, il Piccolo, il Franco Parenti e l’Elfo Puccini (che sarà anche in diretta Facebook con letture da Verso Tebe e Angel in America). O la capitale, con il Teatro di Roma all’Argentina, il Brancaccio che proietterà immagini dei suoi spettacoli, la Sala Umberto, l’Off Off Theatre e il Vascello, dove Lavia reciterà per il pubblico all’esterno del teatro. “Non so ancora cosa accadrà, qualcosa mi verrà in mente. Mai stato tanto lontano da un teatro in tutta la mia vita”, racconta all’Ansa.

Lavia: “i teatri non sono luoghi pericolosi”

Per ora c’è grande tristezza e malinconia, non solo perché i teatri sono chiusi – analizza Lavia – “ma perché noi sappiamo che non sono luoghi pericolosi. Anzi, per statuto sono luoghi ordinati: gli spettatori stanno da una parte, che si chiama platea, e gli attori dall’altra, sul palcoscenico. Basta distanziare”. Stanno aderendo il Goldoni a Venezia, La Pergola a Firenze. Tanta provincia, da Mestre a Latina, Pontedera e Torre Annunziata, dal Verdi di Pordenone a Udine. Fino al Sud, con il Mercadante, il San Ferdinando e il Diana a Napoli o lo Stabile di Catania.

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