Sconto di pena agli assassini di Emanuele Morganti . Solo 14 anni per una vita spenta

4 Feb 2021 19:01 - di Redazione
Emanuele Morganti

Pena ridotta, in secondo grado, per gli imputati nel processo per la morte di Emanuele Morganti, ucciso di botte ad Alatri davanti a una discoteca 4 anni fa. I giudici  hanno fissato a 14 anni la condanna per Michel Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, condannati in primo grado a 16 anni. Per loro resta l’accusa di omicidio preterintenzionale: i giudici non hanno accolto la richiesta del pg, che aveva ipotizzato l’omicidio volontario. Confermata, poi, l’assoluzione per Franco Castagnacci, padre di Mario.

La sentenza di primo grado era già apparsa troppo mite

La sentenza di primo grado già aveva fatto discutere: ci si aspettava una pena esemplare, l’ergastolo. Invece l’omicidio è stato derubricato da volontario a preterintenzionale. Gli assassini di Emanuele hanno avuto uno sconto di pena per la loro crudele impresa. Non solo ma uno di loro ha ottenuto nell’ottobre 2019 i domiciliari. Amari e sconsolati i commenti dei familiari di Emanuele che hanno perso fiducia nella giustizia.

Il libro di Vicari su Emanuele Morganti

Al ragazzo ucciso lo scrittore e regista Daniele Vicari ha dedicato un libro,  Emanuele nella battaglia (Einaudi). Morganti, grazie al romanzo di Vicari assurge a personaggio universale e ci fa capire che dinanzi a quella violenza folle e irrazionale poteva esserci chiunque. E ancora, grazie alla sua storia diventata espressione artistica, Emanuele non è solo la vittima di un fatto di cronaca, ma rimane con noi come una presenza che ci interroga e ci intenerisce. Una presenza che inchioda alla disumanità i suoi aguzzini e ci ammonisce sulla bellezza della vita da non sprecare e da non sottovalutare.

La morte assurda di Emanuele

Una morte assurda quella di Emanuele. I suoi aguzzini in branco si sono accaniti contro di lui fuori da un locale di Alatri, il Mirò Club. Dentro  Emanuele aveva reagito alle intemperanze di un avventore ed era stato portato all’esterno dai buttafuori. Nella piazza si era scatenata la furia degli assassini, che avevano fatto uso di stupefacenti, senza alcun motivo, dinanzi a una folla che non ha reagito e non ha difeso il ragazzo, a parte un suo amico che ha tentato di salvarlo. L’impressione di quel delitto sull’opinione pubblica è stata enorme, la richiesta di pene esemplari era giunta coralmente da tutto il Paese. Fino al vergognoso epilogo di oggi: la vita di un ventenne vale 14 anni. Se non ci saranno altri sconti…

 

 

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