Raggi impone lo stop alle auto a San Valentino. I ristoratori: “Ci dà il colpo di grazia”
A Roma Virginia Raggi ha fatto scattare la domenica ecologica anche nel giorno di San Valentino. Laddove non arrivano il Covid, il Cts, i Dpcm, arriva Virginia Raggi a dare l’ennesima mazzata agli esercenti romani.
“Purtroppo anche la prossima festa di San Valentino passerà con i ristoranti chiusi per cena, e con una “domenica ecologica” stabilita dall’Amministrazione senza nessun presupposto fattuale. Questo, oltre a rappresentare un ingente danno economico stimato in 14 milioni di euro per le migliaia di ristoranti della città, priva almeno 180 mila coppie, per lo più giovani e giovanissime, dell’emozione di festeggiare nel modo più consueto, ovvero a cena, una ricorrenza importante come ‘la festa degli innamorati’.” È quanto denuncia in una nota il Presidente di Fipe Roma, Sergio Paolantoni.
Raggi colpisce anche a San Valentino
“Chiediamo quindi, ancora una volta alle Istituzioni di consentire nel rispetto dei severi protocolli di sicurezza che come settore dobbiamo applicare – prosegue Paolantoni – la riapertura dei pubblici esercizi in orario serale. Non solo per non danneggiare ulteriormente le nostre imprese già in forte sofferenza. Ma anche per riconquistare un po’ di qualità della vita che dopo un anno di privazioni è essa stessa un’emergenza e una necessità”.
Ancora più dura la presa di posizione del centrodestra romano. Andrea De Priamo va all’attacco. «Raggi continua a essere vittima di un pregiudizio ecologico. Penalizza, infatti, il tessuto economico della città già in grave sofferenza». Con il capogruppo di Fratelli d’Italia, anche la Lega. «Provvedimento senza senso – incalza Davide Bordoni – che peserà sul trasporto pubblico favorendo gli assembramenti nel centro storico. La classica mistificazione della realtà del M5S che finge di occuparsi dell’ambiente, ma crea solo disagi ai cittadini». E anche dal Partito democratico arrivano pesanti critiche anche alla sindaca grillina. Per Giulio Pelonzi è «l’ennesimo spot, inopportuno e senza una programmazione seria rispetto alle necessità di commercianti e cittadini in relazione alle norme anti-Covid». Tutto sulla pelle dei romani.