Il pasticcio di Speranza fa perdere quattro punti di gradimento a Draghi. Ecco il sondaggio

16 Feb 2021 18:44 - di Giorgia Castelli
Draghi

Mario Draghi paga un prezzo alto per la scelta di Speranza di chiudere gli impianti di sci. Il ministro della Salute ha firmato all’ultimo minuto  il provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del Dpcm del 14 gennaio 2021.  Una scelta che ha fatto subito perdere consensi a Draghi.

Draghi e il sondaggio della Ghisleri

In soli pochi giorni, come riporta Augusto Minzolini sul Giornale, il premier ha perso oltre quattro punti. L’emergenza sanitaria e quella economica sono “intrinsecamente connesse”, scrive Minzolini, «se cambi radicalmente il team di governo che affronta la seconda, non puoi non mutare per nulla quello che gestisce la prima». Minzolini cita a questo riguardo Alessandra Ghisleri. «Basta un dato per rendere chiaro il rapporto diretto che le unisce: secondo la maga dei sondaggi, Alessandra Ghisleri la decisione di rinviare all’ultimo momento la riapertura delle piste di sci (che ha implicazioni sanitarie ed economiche) ha fatto scendere di colpo di 4,2 punti in un giorno il gradimento del governo (è passato dal 64,2% al 60%)».

Draghi e gli obiettivi del governo

Il neo premier Draghi sin dal primo momento ha avuto il gradimento degli italiani, ma è bastata la scelta di chiudere gli impianti per fargli perdere consensi. Ed è tutto legato all’emergenza sanitaria. Scrive ancora Minzolini: «Al di là dei meriti, pochi, e dei demeriti, tanti, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri rischia, suo malgrado, di diventare la cartina di tornasole di una delle espressioni lessicali con cui Mario Draghi negli incontri con le delegazioni dei partiti ha individuato uno degli obiettivi del suo governo: marcare una “discontinuità” con il passato».

La “discontinuità del governo”

E poi scrive ancora Minzolini: «Se il Commissario restasse al suo posto, accanto al ministro della sanità Roberto Speranza, quella “discontinuità” nel governo assicurata sull’emergenza economica dall’innesto della triade Franco-Colao-Cingolani, su quella sanitaria non avrebbe alcun riscontro. Un problema delicato per un premier che potrebbe essere chiamato a decidere nuovi lockdown».

Minzolini su Arcuri

Minzolini a questo punto osserva: «Un conto, infatti, sarebbe farlo in presenza di una novità importante nella gestione degli interventi e della logistica dell’emergenza sanitaria; un altro, invece, sarebbe proseguire nel solito tran tran emergenziale, fatto di aperture e chiusure all’ultimo minuto, senza offrire nuove garanzie all’opinione pubblica… Per dirla in termini brutali. Se oltre a Speranza anche Arcuri restasse al suo posto, che senso avrebbe avuto questa “crisi” e mandare a casa Conte?».

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