Focolaio Covid nel campo rom a Castel Romano. FdI: perché non è ancora zona rossa?
Dodici positivi, tutti di uno stesso nucleo familiare, nel campo rom di Castel Romano. Lo specifica la Asl Rm 2 dopo che era trapelata la notizia di un focolaio nella baraccopoli e anche di una vittima. Anche se non si capisce se la causa della morte sia stata realmente il Covid. Nell’area vivono 300 persone.
Chi controlla il rispetto dell’isolamento?
Resta la preoccupazione: chi garantisce che l’isolamento della famiglia colpita dal virus venga davvero rispettato? “Il focolaio Covid che si è sviluppato all’interno del campo rom di Castel Romano – accusano gli esponenti di FdI Chiara Colosimo e Federico Rocca – è frutto dell’irresponsabile atteggiamento dell’ amministrazione comunale. Se è vero, infatti, che già lo scorso 3 febbraio, come testimoniato da alcune foto, operatori della Asl erano arrivati in massa nell’accampamento sulla Pontina per effettuare dei tamponi ai residenti, è probabile che Roma Capitale fosse stata informata della situazione e non ha fatto nulla. Anzi hanno esposto tutti i cittadini a un forte rischio di contagio”.
La Regione Lazio proclami nel campo la zona rossa
“Ci aspettiamo ora che alla luce dei fatti e per salvaguardare la salute dei residenti nel campo e di tutti quelli che abitano intorno, la Regione Lazio metta in isolamento il campo la dichiari zona rossa. Un provvedimento utile e non rimandabile”. Le opposizioni chiedono inoltre trasparenza sui tracciamenti e provvedimenti immediati per risolvere il degrado nel campo.
Secondo il portavoce del campo il decesso non sarebbe legato al Covid
Il portavoce del campo, che è sotto sequestro sotto la custodia giudiziaria della sindaca Raggi, ha detto che lì “va tutto bene” e che la persona deceduta “aveva tanti problemi di salute, soprattutto al fegato e ai reni con il diabete. Stava male, i medici conoscevano bene la sua situazione, era già stato in ospedale: è stato ricoverato un mese, solo che oggi nel mondo quando qualcuno viene a mancare danno sempre la colpa al virus e nemmeno te lo fanno vedere, se non attraverso un vetro”. I parenti del defunto, sottoposti a tampone, sono risultati negativi. Inizialmente si era parlato di 48 bambini risultati positivi. In pratica l’impressione è che si cerchi di minimizzare la notizia per non creare allarme. Intanto i residenti nel campo restano liberi di entrare e uscire, magari anche senza mascherine, e di propagare il contagio.