Anticorpi monoclonali, Palù: «Troppe le vittime, non potevamo attendere ancora per il via libera»
«Il tributo di vittime che paghiamo ogni giorno» al coronavirus Sars-CoV-2 «non poteva farci attendere. È stato uno dei motivi per spingere sul via libera agli anticorpi monoclonali. E ho trovato la sensibilità del ministro della Salute Roberto Speranza». Il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, Giorgio Palù, spiega così all’Adnkronos Salute il valore dell’ok accordato all’uso degli anticorpi monoclonali. Quelli cioè prodotti da Regeneron e da Eli Lilly, per il trattamento di Covid-19 in precise condizioni.
Anticorpi monoclonali, le parole del virologo
«C’era qualche motivo di riflessione perché l’agenzia europea Ema non si è ancora espressa», evidenzia il virologo. «Negli Usa la Fda ha autorizzato l’uso emergenziale di questi anticorpi monoclonali. Ricorderete il “cocktail” di farmaci utilizzato per l’allora presidente Donald Trump, che in 24 ore uscì dall’ospedale. Ma ora ci sono dati inoppugnabili. Quello che emerge dai lavori pubblicati su riviste importantissime è il fatto che sono un’arma potente se somministrata nelle prime fasi d’infezione, ai primi sintomi». In sostanza, «prima che l’infezione progredisca. Ed è questo l’uso che se ne farà in pazienti ad alto rischio, con comorbosità e alto rischio che l’infezione evolva in malattia grave».
Il via libera è una forte spinta
Il presidente di Aifa chiarisce altri aspetti. Sul fronte ricerca si va avanti. «Ci sono diversi studi su anticorpi monoclonali, 6 ben avviati, di cui un paio in fase 3 in via di conclusione; una decina in fase 1 e 2. L’impatto potrà essere significativo», è convinto il virologo. Con il via libera ai primi due anticorpi monoclonali, conclude, «l’Italia oggi è al pari della Germania ed è avanti in questa nuova terapia».
Locatelli: nessuna proprietà salvifica
«Gli anticorpi monoclonali sono uno strumento importante», dice a sua volta Franco Locateli, presidente del Css. «Contribuiscono certamente alla lotta contro Sars-CoV-2, e in particolare a prevenire la progressione della malattia nei soggetti più fragili. Non attribuiamogli però delle proprietà salvifiche che non hanno per i malati gravi. Perché sarebbe sbagliato sulla base dell’evidenza e creeremmo delle aspettative che poi possono andare deluse», conclude a Buongiorno su Sky Tg24.