Reggio Emilia come Islamabad, obbligano la figlia a nozze combinate: lei denuncia tutto

22 Gen 2021 10:21 - di Martino Della Costa
obbligano figlia a nozze combinate

Reggio Emilia come Islamabad. I genitori obbligano la figlia a nozze combinate in Pakistan. Non sentono ragioni. Non vogliono sentire no. Lei denuncia tutto. E riesci a salvarsi. Alla faccia di accoglienza e integrazione rilanciate come un mantra dai buonisti dem, nell’Emilia-Romagna rossa, esplode il caso di una coppia di genitori pakistani,  in barba alla società in cui hanno chiesto asilo. Alle evidenze del mondo in cui vivono. E alle motivazioni che giustificavano la contrarietà della figlia disperata, hanno pensato bene di tirare dritto. E contravvenendo a convenzioni e obblighi del luogo che li ospita, hanno provato in tutti i modi a costringere la figlia a un matrimonio combinato con un connazionale. Ma lei ha reagito. L’ennesima ragazza vittima di tradizioni oscurantiste ha provato a salvarsi. A liberarsi dalla morsa di imposizioni arcaiche. E dalle grinfie dei genitori: e ha denunciato quanto le stava accadendo.

Reggio Emilia, obbligano la figlia alle nozze combinate in Pakistan

E allora, costrizione o induzione al matrimonio è l’accusa mossa a una coppia di pakistani dai carabinieri della stazione di Novellara. La giovane ha avuto il coraggio di chiedere aiuto per ribaltare la decisione della famiglia che voleva costringerla a sposare un connazionale. I genitori avevano addirittura già fissato la data: 22 dicembre scorso. E per realizzare il matrimonio della loro figlia, avevano già acquistato il biglietto aereo. Per sua fortuna l’intervento è stato immediato e la ragazza è stata trasferita in una località protetta. Al contempo, i suoi aguzzini sono finiti nei guai. A conclusione delle indagini, infatti, i carabinieri della stazione di Novellara hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 43enne e la moglie 46enne. Entrambi di nazionalità pakistana. Residenti in un comune della bassa reggiana. Tutti e due ora accusati di concorso in costrizione o induzione al matrimonio della loro figlia che, qualche giorno prima del progettato matrimonio, compiva appena 18 anni…

La ragazza chiede aiuto ai servizi sociali e denuncia i genitori

È stata la ragazza a novembre dello scorso anno, ancora minorenne, a rivolgersi e chiedere aiuto ai servizi sociali del comune di residenza. Ai quali la “promessa sposa” ha riferito il drammatico progetto che i genitori avevano in mente per lei. Così, svolti i preliminari accertamenti, gli operatori del servizio sociale hanno provveduto all’allontanamento in emergenza della figlia minore dalla casa familiare, collocandola in una struttura protetta. Nel frattempo, i carabinieri di Novellara informati della vicenda, hanno avviato le indagini e acquisito nel giro di breve incontrovertibili elementi di responsabilità dei due coniugi.

Era già fissata la data di partenza e quella delle nozze

Non solo. Nel corso delle indagini, i militari sono venuti a conoscenza del fatto che i genitori della ragazza avevano acquistato un biglietto aereo per il Pakistan, per il giorno 17 novembre. Tutto era già pronto per il 22 dicembre, la data fissata per il matrimonio combinato tra lei e suo cugino, a dispetto del fatto che la ragazza fosse contraria sia al matrimonio combinato. Che alla partenza per il Pakistan. Ora servizi sociali e forze dell’ordine hanno provveduto ad allontanare la ragazza, che nel frattempo è diventata maggiorenne, dalla casa familiare. E mentre la giovane si trova in una struttura protetta, al riparo dal rischio della coercizione a una vita segnata, i due genitori sono stati denunciati dai carabinieri di Novellara in ordine al citato riferimento normativo violato.

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