Cerno: “Rientro nel Pd e voto la fiducia”. L’ultima mossa di un “mastelliano” con un passato a destra

19 Gen 2021 18:01 - di Elsa Corsini

“Rientro da indipendente nel Pd e voto convintamente la fiducia“. Parola di Tommaso Cerno. Non proprio un campione specchiato di coerenza politica. La conversione, a dire del giornalista-senatore, è avvenuta per seduzione. Sarebbero state le parole del premier azzoppato a convincerlo al via libera. Nessuna ricompensa, giura.

Cerno: “Rientro nel Pd da indipendente. E voto la fiducia”

“Quando avevo sentito parlare di ‘responsabili’, ho detto ‘allora è meglio il voto’. Se dobbiamo rovinare con questa operazione il governo Pd-M5S che è una formula politica vincente. Ma dopo aver ascoltato Conte, noi non solo non roviniamo quella formula politica. Ma la arricchiamo ponendo come limite valori come la sinistra, il riformismo“. E, neanche a dirlo, i contenuti ‘green’. Parola di Cerno. Per il quale con un Conte ter si aprono le porte del paradiso. E, senza Matteo Renzi tra i piedi, la strada nel Pd è tutta in discesa.

Il figliuol prodigo: “Né renzismo né zingarettismo…”

Ora non si aprono più giochi di palazzo. E questo elemento fa anche finire il correntismo nel Pd, la guerra tra correnti. Né renzismo né zingarettismo”, dice atteggiandosi a fine politologo. Il figliuol prodigo torna a casa per la gioia dell’avvocato Conte. Secondo alcune indiscrezioni dal fronte dem, ci sarebbero almeno 4-5 senatori renziani che starebbero valutando di ritornare nel Pd. “Io torno da indipendente per fare la mia parte. E allargare il più possibile la voce dei democratici che hanno un sogno per questo Paese. Ovvero che si candidi a essere un modello per il post Covid. Resistendo alla forza d’urto della destra e arrivare a fine legislatura”.

Da Alleanza nazionale al Pd, la carriera di un mastelliano doc

La scelta mastelliana di Cerno non deve stupire. La sua storia politica è tutto uno zig-zagare tra partiti, movimenti, uffici stampa. A vent’anni si candida con Alleanza nazionale al comune di Udine (non fu eletto). Fa l’ufficio stampa di Mauro Fabris, sottosegretario dell’Udeur di Mastella. Per non farsi mancare nulla si impegna in prima linea con l’Arcigay (organizza il gay Pride di venezia nel 1997). Il tutto accompagnato da una fulminea carriera giornalistica nel gruppo Gedi della famiglia De Benedetti.

Nel 2015  tenta anche la strada della tv con il programma D-Day, su Rai3. Scrittore, anche. Ha pubblicato il libro A noi! Cosa ci resta del fascimo nell’epoca di Berlusconi, Grillo e Renzi. La tesi è nota e neppure troppo originale. Il fascismo, come tentazione plebiscitaria, sarebbe ancora presente come un fiume carsico fino a Berlusconi, il comico genovese e il rottamatore. Ma lui, Tommaso Cerno, è oltre.

 

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