Arrestato un medico a Brescia. L’accusa: “Ha dato farmaci letali a due malati di Covid”

25 Gen 2021 9:25 - di Carlo Marini
medico brescia

I carabinieri dei Nas hanno arrestato, all’alba, un medico del pronto soccorso di un ospedale della provincia di Brescia. L’accusa è omicidio. I militari del locale Nucleo Antisofisticazioni e Sanità militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Brescia. Il medico della provincia di Brescia avrebbe “intenzionalmente somministrato a pazienti affetti dal virus Covid-19 farmaci letali. Sostanze ad effetto anestetico e bloccante neuromuscolare causando la morte di due di loro”. Attualmente il professionista è agli arresti domiciliari.

I fatti risalgono al marzo 2020

I fatti risalgono al marzo dell’anno scorso, quando l’elevato numero di contagi andava a ripercuotersi sulle strutture ospedaliere, intasandole. I carabinieri del Nas di Brescia, a due mesi di distanza dagli eventi, ha raccolto ed elaborato alcuni “sospetti”. Hanno indagato sul decesso sospetto di alcuni pazienti. Le due persone sono morte presso il pronto soccorso di un ospedale della provincia. Il sospetto è che a causare la morte fosse stata qualche terapia scorretta. Pratiche mediche assunte consapevolmente da un medico. Da qui l’immediato avvio di un’indagine, d’intesa con la Procura della Repubblica bresciana.

Anche mediante il supporto di accertamenti tecnici di medicina legale disposti dall’autorità giudiziaria, le attività investigative hanno consentito di analizzare le cartelle cliniche di numerosi pazienti deceduti in quel periodo per Covid-19, riscontrando in alcuni casi un repentino, e non facilmente spiegabile, aggravamento delle condizioni di salute. Tre salme sono state esumate per essere sottoposte ad indagini di natura autoptica e tossicologica.

Il quadro accusatorio

Le indagini hanno rilevato, all’interno di tessuti ed organi di una di loro, la presenza di un farmaco anestetico e miorilassante comunemente usato nelle procedure di intubazione e sedazione del malato che, se utilizzato al di fuori di specifici procedure e dosaggi, può determinare la morte del paziente. Peraltro, nelle cartelle cliniche dei deceduti oggetto di verifica non compare la somministrazione di quei medicinali (indicata invece nelle cartelle di pazienti poi effettivamente intubati) tanto da ipotizzare a carico dell’indagato anche il reato di falso in atto pubblico.

“Il medico di Brescia ha avuto una condotta criminosa”

Il quadro accusatorio ipotizzato dagli esiti del procedimento penale e le fonti di prova che documentano la condotta criminosa del medico, sostanzialmente consistita nel somministrare a pazienti Covid medicinali idonei a provocare una letale depressione respiratoria, hanno rafforzato l’esigenza, condivisa dal gip di Brescia, di disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del sanitario al fine di scongiurare il pericolo di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio.

(FOTO ARCHIVIO ANSA)

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