Il medico dell’ospedale Fiera di Milano: «I casi sono gravi come a marzo e i ricoveri lunghi»

13 Nov 2020 11:03 - di Giorgio Sigona
ospedale Fiera di Milano

Parla il medico dell’ospedale Fiera di Milano. La sua analisi è netta e non si presta a equivoci: «La malattia Covid-19 è sempre uguale», dice Nicola Bottino. L’esperto è anestesista rianimatore del Policlinico di Milano e adesso è in campo nella struttura messa in piedi da Bertolaso. «I pazienti iniziano a essere tanti e aumentano quelli che richiedono di essere intubati», specifica. «Quello che stiamo vivendo in terapia intensiva è la stessa cosa che abbiamo vissuto a marzo. I malati hanno le stesse manifestazioni cliniche e le stesse caratteristiche di gravità».

Il medico dell’ospedale Fiera: il punto della situazione

«Di diverso c’è che noi qualcosa abbiamo imparato, anche se molto poco. E anche se non abbiamo una terapia specifica. Possiamo trattare e controllare manifestazioni che il virus induce soprattutto sull’attivazione della coagulazione e dell’infiammazione. E questi approcci ci hanno ridotto un po’ il numero di pazienti gravissimi. Quelli cioè che perdevamo subito e che non riuscivamo a curare all’inizio». Il riferimento è a quando la malattia era del tutto sconosciuta. «Riusciamo a prendere più tempo», afferma il professor Bottino.

«I malati sono ancora gravi e complicati»

«Ma questi pazienti sono molto gravi e complicati. Il decorso in terapia intensiva, quando le cose vanno bene, da quello che sto vedendo adesso è uguale rispetto a marzo. Sono ricoveri lunghi allo stesso modo». Per esempio», racconta il medico dell’ospedale Fiera, «abbiamo trasferito il primo paziente di questa ondata, dopo 20 giorni di ricovero intensivo. Quindi, devo dire che i malati sono ancora molto gravi».

«Non vediamo sbocchi rapidi di guarigione»

Solo analisi a posteriori ci potranno comunque dire se la degenza media di questa seconda ondata verrà ridotta dalle poche terapie a disposizione. Quelli che noi seguiamo sono casi molto gravi, che non ci fanno vedere sbocchi rapidi di guarigione, a parte qualche eccezione».

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