Covid, Vaia (Spallanzani): «Basta con le minacce, i messaggi negativi e il catastrofismo»
«Il popolo italiano non ha bisogno di messaggi a mio avviso oscurantisti e di minacce. Minacciare di non poter trascorrere un Natale in serenità, seppur in sicurezza, con i propri cari, non fa bene». Invita alla speranza Francesco Vaia, direttore sanitario dello “Spallanzani’ di Roma. Intervistato su Rainews24 rassicura: «Ce la faremo, Se continuiamo così, cioè applicando le regole «in maniera chirurgica laddove ve n’è ancora necessità», la situazione cambia. L’esperto si dice «convinto che in sicurezza potremo vedere i nostri cari e stare tutti insieme a Natale».
Vaia (Spallanzani): «Niente sconforto»
«I catastrofisti la smettano di dare messaggi negativi. Però la nostra risposta al catastrofismo deve essere unica. Applichiamo le regole e non lasciamoci prendere dallo sconforto», continua. «Né catastrofismo né ottimismo. Sono per guardare i numeri e le cose. Oggi ci dicono che, così andando avanti, noi ce la possiamo fare».
La funzione protettiva degli ospedali
«Abbiamo un tasso di ospedalità alto» in questa fase dell’emergenza Covid-19. L’esperto dello Spallanzani specifica alcuni elementi. «Come ospedali abbiamo una funzione protettiva». Questa funzione «è positiva ma rischia di essere negativa. L’inappropriatezza del ricorso all’ospedale potrebbe determinare una mancata capacità di assistenza ad altre patologie». Quindi «la risposta che la sanità pubblica deve dare è potenziare il territorio. Noi non possiamo lasciare nudi i medici del territorio», ammonisce Vaia.
Riqualificazione e potenziamento
«Abbiamo trascorso troppo tempo con una visione del territorio come qualcosa di un po’ negletto, una medicina di serie B. Abbiamo bisogno di riqualificarla e potenziarla». Per il direttore sanitario dello Spallanzani occorre farlo «non solamente dedicandole più risorse, più energie e più personale. Ma anche investendo di più in strumentazione e terapie. Bisogna fare in modo che la medicina del territorio equivalga in qualità alla medicina ospedaliera. Solo così gli ospedali si svuotano». Poi ribadisce: «Abbiamo necessità che il nostro “esercito£ in campo non si divida. E metta da parte le pur legittime differenze di visione, politica e scientifica».