Zangrillo senza mezzi termini: «Ha vinto chi voleva terrorizzare la gente, ora è difficile essere creduti»

26 Ott 2020 9:34 - di Franco Bianchini
Zangrillo

«Non dobbiamo aver paura». Alberto Zangrillo lo ribadisce e spiega il perché. «Come detto più volte», afferma, «non dobbiamo confondere il positivo al coronavirus con il contagiato potenzialmente infettante e soprattutto ammalato». Il prorettore dell’Università San Raffaele di Milano, su Twitter posta la sua intervista al Tg5. Secondo il medico «è difficile dire le cose in modo giusto ed essere creduti perché ho paura che in questo momento abbia vinto chi ha avuto come obiettivo quello di terrorizzare e spaventare».

Zangrillo e la corsa a fare il tampone

«Le persone», spiega, «sono sconcertate, terrorizzate e spaventate. Hanno interpretato male il concetto di tampone. Per cui c’è una corsa ad eseguire il tampone come se fosse una misura terapeutica. In realtà adesso il problema sono i pronto soccorso. Abbiamo fiumane di persone che arrivano al pronto soccorso e non riusciamo a controllarle. Di queste il 40% potrebbero stare tranquillamente a casa se assistite, se rincuorate, se informate».

«Non comportiamoci in modo irrazionale»

Da qui il consiglio di «mantenere tutti i nervi saldi» e di «cercare di non comportarci in maniera irrazionale. Noi clinici», dice, «dobbiamo abituarci a un uso appropriato delle risorse e mettere in terapia intensiva chi ne ha veramente bisogno. Non sono sicuro che accada».

Zangrillo: «Pericoloso il clima di terrorismo»

Quanto alle nuove misure allo studio per contenere la diffusione del virus, Zangrillo si dice «fiducioso nella cabina di regia della Presidenza del Consiglio dei ministri». E confida «nel fatto che vengano date delle risposte efficaci, tenendo conto che c’è un clima di terrorismo che è assolutamente immotivato e molto pericoloso».

In silenzio per quasi quattro settimane

Pochi giorni fa Zangrillo era stato chiaro. «Sono stato in silenzio per quasi 4 settimane, ho cercato di non sovraespormi. Ho sentito la necessità di tutelarmi. Siamo davanti ad un numero di contagiati molto elevato, con i miei collaboratori cerchiamo di affrontare la situazione sempre nello stesso modo analizzando i dati».

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