Covid, sempre più vicini divieti e limiti allo spostamento tra le regioni. Crisanti lo conferma

10 Ott 2020 10:33 - di Mia Fenice
Crisanti

Evitare gli spostamenti da una regione con più alto numero di contagi verso le regioni vicine. «Bisogna iniziare a ipotizzarlo soprattutto dove si nota un aumento crescente dei casi». Lo afferma l’epidemiologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Virologia e microbiologia dell’università di Padova, in un’intervista a Il Messaggero.

«Sicuramente limitare la mobilità ha dei vantaggi. Nel senso se in una regione il numero dei casi è fuori controllo, è chiaro che una restrizione dei movimenti fuori regione permette in qualche modo alle regioni vicine di eliminare il contatto con le persone positive», sottolinea. «Secondo me oggi sono più problematici i trasporti dei treni pendolari perché sono quelli dove c’è più affollamento».

Crisanti: «Investire sul tracciamento»

In merito a parziali lockdown, per Crisanti «se un presidente di una Regione verificasse che ci sono molti casi penso che dovrebbe identificare le aree dove ci sono i contagiati. E creare delle zone rosse proprio là. Prima di arrivare a chiudere un’intera regione, è necessario usare una certa gradualità». Quanto a un possibile periodo di chiusura totale, l’epidemiologo conclude: «Il lockdown diventa un problema politico più che di sanità pubblica. E quindi si farà di tutto per evitarlo. Ma spero che per evitarlo vengano identificate le misure giuste (…) Più che in restrizioni delle persone investire invece nel tracciamento».

Boccia: «Difendere la salute a tutti i costi»

Ieri sulla possibilità di evitare i collegamenti  tra le regioni si era espresso anche il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia.  «Le limitazioni degli spostamenti tra le regioni non possono essere escluse. Non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi». E ancora: «La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata. Ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire».

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