Prete contro prete, è scontro su Salvini: «Conte tutto è, tranne un eroe», «finalmente giustizia»
Del “prete rosso” di turno c’è l’abitudine. Di volta in volta ne spunta uno che alza la voce sparando bordate su Salvini in nome di un non meglio identificato buonismo. Ma il processo al leader della Lega ha portato allo scoperto altri preti che invece la pensano diversamente. Nasce un duello a distanza perché chi vuole più controlli e più sicurezza non resta in silenzio.
Prete contro prete, parla don Caccia
«Faranno di Matteo Salvini un martire. È stata una giornata triste nella quale non ha trionfato la giustizia». Le parole sono di don Ermanno Caccia, sacerdote bergamasco. Contesta la decisione del Senato che ha dato l’autorizzazione a procedere nei confronti di dell’ex vicepremier per la vicenda Open Arms.
«Conte non è un eroe»
«Luogo a procedere per quali motivazioni?», chiede il prete. «C’era un premier, perché non tolse la delega a Salvini? È chiaro che siamo davanti a una resa dei conti. Ma per il premier Conte c’è un problema di coscienza grosso. Se fosse l’eroe che dice di essere, chiederebbe anche lui di essere inquisito».
«Criminalità e ondate di immigrati»
Secondo don Caccia, poi, da quando Salvini non è più al governo le cose «sono peggiorate. Aiutare è sacrosanto ma ora abbiamo ondate di immigrati e dietro c’è la criminalità».
Ed ecco il prete che invece “festeggia”
Replica in modo indiretto il “solito” padre Sorge. «Dal Senato una scelta di coraggio e maturità che ridà fiducia nella politica», afferma il prete gesuita, parlando con l’Adnkronos. «Vedere che il Parlamento giudica onestamente uno dei suoi rappresentanti e cerca la verità senza pregiudizi ideologici sono gesti che restituiscono la fiducia del popolo nella politica. Fiducia che era stata ultimamente e in modo largo compromessa».
«Così la politica è seria»
«Se il Parlamento consente che sia accertata la verità su dei comportamenti», continua padre Sorge, «allora la politica è seria. Lo giudico un atto maturo di un Parlamento che consente alla giustizia di appurare la verità, nonostante le strumentalizzazioni che si potranno fare. La gente che non è stupida, capisce e approva». Ne è sicuro, padre Sorge. Che forse non si rende conto di quanto la gente sia stanca di vivere nell’incertezza e nella insicurezza.