Migranti, non solo sbarchi. E’ emergenza anche al confine tra Slovenia e Friuli Venezia Giulia
Il premier Conte ha annunciato che l’Italia non tollererà ingressi di migranti irregolari. Ma attenzione: non ci sono solo gli sbarchi a mettere a dura prova la vigilanza dei nostri confini. C’è anche la pressione al confine del Friuli Venezia Giulia da parte di coloro che seguono la rotta balcanica.
La pressione dei migranti in Friuli
E anche lì, nonostante le rassicurazioni del Viminale, la situazione è di piena emergenza. Ne parla in un’intervista a Sputnik Italia Fabrizio Marras, segretario generale provinciale di Gorizia della FSP Polizia di Stato (Federazione Sindacale di Polizia). Marras spiega che “nell’ultimo mese, in particolare, c’è stato un incremento sostanziale di arrivi di cittadini extracomunitari provenienti dalla “rotta balcanica”. Che ha interessato il nostro territorio e che lo ha portato ad essere ancora una volta una delle mete più ambite dai migranti. Agevolati da organizzazioni criminali senza scrupoli”.
Per loro espulsione solo in uno o due anni
Si tratta di migranti che vengono da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Sri-Lanka. “Le statistiche del Ministero dell’Interno – sottolinea Marras – parlano chiaro: solo il 15-20% di loro ottengono, dopo un iter che può durare anche anni, il permesso di soggiorno per asilo politico o protezione sussidiaria. Gli altri sono i cosiddetti “migranti economici”. Cioè persone che intendono entrare in Europa al fine di migliorare le loro condizioni di vita rispetto al proprio paese d’origine”.
Anche se la Slovenia cerca di controllare le zone interessate, con pochi mezzi, solo “un deciso interessamento a livello europeo potrebbe cambiare radicalmente la situazione. Va aggiunto che i migranti non attraversano ufficialmente i valichi di frontiera ma usano passaggi alternativi, magari tra i boschi, cercando ovviamente d’eludere i vari controlli, per farsi infine trovare dalle Forze dell’Ordine italiane una volta arrivati a traguardo in Italia”. In Italia infatti l’espulsione non è per nulla facile e questo va incontro agli interessi di chi entra illegalmente.
“Per quanto riguarda l’eventuale espulsione degli stranieri arrivati in Italia in questi mesi, come annunciato dal ministro dell’Interno, credo che sia una strada non percorribile – spiega Marras – Salvo casi eccezionali, la normativa vigente dispone che il richiedente di “protezione internazionale” non possa essere espulso dal territorio dello Stato fino a quando la competente Commissione Territoriale non abbia espresso un giudizio in merito alla domanda dallo stesso presentata. Forse qualcuno verrà espulso, ma non prima di 1-2 anni”.