Bonus Inps al sindaco M5S di Campobasso e a un consigliere grillino. Ma loro “piangono miseria”

13 Ago 2020 10:32 - di Mia Fenice
bonus Inps

Esponenti dei Cinquestelle beccati con il bonus Inps come i bambini con le mani nella marmellata. Fa discutere il caso del sindaco di Campobasso, Roberto Gravina (M5s) (nella foto). Anche lui ricevuto i famosi 600 euro. È lui stesso a confermarlo. «Mi spiace che si sia ingenerato un problema», dice. «A mio avviso, però, non è equiparabile a quello che è accaduto. Questo, semplicemente perché l’erogazione da parte della Cassa forense viene riconosciuta a chi ha dimostrato di aver avuto un calo del fatturato. Io non vivo di politica, faccio l’avvocato, ma quella erogazione l’ho immediatamente devoluta al fondo del Comune attraverso un bonifico. La seconda sinceramente non me l’aspettavo, ma sottolineo di averle donate entrambe al Comune».

Bonus  Inps, «il sindaco di Campobasso si dimetta»

Una versione che non convince l’azzurro Francesco Giro: «Campobasso capoluogo di Regione non merita un sindaco che chiede un bonus senza averne un concreto reale bisogno. Il grillino sindaco di Campobasso Gravina si vergogni e si dimetta subito. Che schifo».

Il consigliere comunale del M5S si giustifica

Ma non basta. Alla lista si aggiunge anche un consigliere comunale M5S di Castellammare di Stabia. È Francesco Nappi e il suo nome va ad “arricchire” l’elenco dei beneficiari del bonus Inps da 600 euro destinato alle Partite Iva. «Se ho chiesto il bonus? Certo che sì!», scrive sulla sua pagina Facebook. «Un consigliere comunale non vive di politica, ma del proprio lavoro. Anzi, specie se libero professionista, toglie tempo al proprio lavoro, per dedicarsi alla collettività. Un consigliere comunale», sottolinea il pentastellato, «non ha uno “stipendio” ma un gettone di presenza, che percepisce solo quando fa commissione o consiglio comunale». Quindi «sì, ne ho fatto richiesta, perché nonostante la mia professione non rientrasse tra quelle chiuse dal lockdown, ho prestato solo assistenza gratuita ai clienti, perché a mio avviso ognuno doveva aiutare come poteva», conclude Nappi.

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